
A seguito della vicenda del direttore delle scuole medie del Luganese, l’MPS spinge nuovamente ad affrontare la questione delle procedure di nomina dei direttori e delle direttrici degli istituti scolastici del Cantone. L’MPS ritiene il tema “più che mai attuale ed urgente, poiché è tempo di chiedersi se è il caso di cambiare i criteri di nomina dei direttori e capire anche perché è una posizione sempre meno ambita”.
Procedure di nomina: "Si coinvolga anche il corpo docente"
Già in passato l’MPS aveva fatto richiesta, tramite un atto parlamentare, di un cambiamento di paradigma per la nomina dei direttori e delle direttrici chiedendo di “rimettere in discussione non tanto la legittimità e il ruolo del DECS e del Consiglio di Stato come autorità di nomina – in particolare per le scuole medie e medie-superiori – quanto piuttosto la mancanza di procedure decisionali che potessero in qualche misura coinvolgere tutto il corpo docente di un istituto scolastico”. Una procedura che, a detta del partito, “potrebbe rappresentare una sorta di controllo dal basso e che permetterebbe sicuramente una conoscenza dei candidati e delle loro storie professionali, così come dei loro atteggiamenti”. Conoscenza che agli occhi dell’MPS “non avviene attraverso l’attuale procedura di selezione, ma rimane confinata a livello del Dipartimento e del governo”.
"Una funzione che attira poche persone"
La vicenda, per l'MPS, pone anche un altro problema: quello relativo alla reale possibilità di fare delle scelte nella nomina dei direttori e delle direttrici. “Sappiamo che molto spesso i candidati e le candidate si contano sulle dita di mezza mano”. Una crisi definita “di vocazione, che verosimilmente viene dalle reali condizioni di lavoro di questi funzionari e che porta poi inevitabilmente a scegliere non sulla base delle competenze reali, ma sulla base di chi si ha a disposizione”. L’MPS aveva già ribadito come le condizioni di lavoro di questi funzionari dirigenti “siano particolarmente difficili, le responsabilità sono elevate sia nei confronti degli allievi che delle famiglie dei docenti o del personale amministrativo, senza dimenticare le relazioni con le istituzioni a vari livelli”. Dall’altra parte gli spazi di autonomia sono “decisamente ridotti e molto spesso questi funzionari si ritrovano ad applicare direttive che vengono dall’alto senza una reale possibilità di decidere come lavorare. Bisogna inoltre ricordare che le scuole medie hanno a disposizione una segretaria unicamente al 50%; questo fa sì che molto lavoro amministrativo venga di fatto svolto direttamente dalle direzioni. Senza dimenticare il ruolo fondamentale che, proprio in una prospettiva di prevenzione, potrebbero giocare (se adeguatamente rafforzate) proprio le segreterie delle scuole che vedono, sentono, colgono umori, difficoltà, ansie degli allievi”.
L’interpellanza
Alla luce di quanto affermato sopra l’MPS chiede al Consiglio di Stato:
1. Negli ultimi 10 anni quanti rinnovi di cariche di direzione
ci sono stati? In quante occasioni al concorso hanno partecipato più di due
candidati? Come valuta questi dati?
2. Quali sono secondo il governo le ragioni della difficoltà di
trovare candidati per il ruolo di direttore/trice?
3. Non ritiene opportuno aprire una seria riflessione sulle
condizioni di lavoro di questi funzionari al fine di rendere maggiormente
attrattiva la posizione e avere così un maggior numero di candidati/e?
4. Non ritiene opportuno potenziare il lavoro di segretariato
nelle sedi scolastiche introducendo una/o segretaria/o a tempo pieno?
5. Non ritiene necessario (e utile) rivedere le procedure di
selezione e nomina dei direttori degli istituti scolastici, in particolare
cercando di coinvolgere il corpo insegnante e il personale amministrativo in
queste procedure?