
La guerra in Ucraina si ripercuote anche sulla tavola. L’aumento delle derrate alimentari non pesa solo sui bilanci famigliari, ma mette in difficoltà anche i ristoranti. Neppure le cucine dei locali stellati sono al riparo, anzi: gli ingredienti di primissima qualità ricercati dagli chef dei ristoranti d’alta gamma sono quelli maggiormente soggetti al rincaro. “L’aumento dei prezzi è molto importante”, ci conferma Lorenzo Albrici chef della Locanda Orico di Bellinzona, che può vantare una stella Michelin. “È anche difficile reperire certi prodotti. È vero che noi cerchiamo di puntare tanto sui prodotti a chilometro zero, ma i ristoranti e gli alberghi ticinesi non sono pochi e non sempre l’offerta riesce a stare al passo con la domanda”.
“Una stagione agricola limitata nel tempo”
Pur non riuscendo a coprire ogni fabbisogno, i prodotti locali rappresentano una delle poche certezze per la gastronomia ticinese. “In queste settimane vediamo quanto il Piano di Magadino sia capace di rifornirci di tantissimi prodotti. La stagione agricola è però limitata nel tempo”, mette in guardia Albrici. “Le fragole ticinesi che mangiamo adesso sono eccezionali, ma non si potrà andare avanti a lungo”.
Di necessità virtù
Per il momento i ristoratori cercano di non far ricadere i costi sul cliente, ma se la situazione non migliorerà, gli aumenti saranno prima o poi inevitabili. Nel frattempo, si cerca di fare di necessità virtù. Diego della Schiava, chef da 16 punti Gault&Millau al ristorante The View a Paradiso, spiega a Ticinonews che “in mancanza di un determinato prodotto, si va alla ricerca di qualcosa di alternativo. Questo può essere uno stimolo per la nostra creatività, ma rappresenta comunque una difficoltà supplementare”.
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