Ticino
Segreto bancario ancora indebolito
Redazione
14 anni fa
Il Consiglio Federale continua la sua politica di "ammorbidimento" verso lo scambio di informazioni fiscali

Nuovo passo verso un ulteriore allentamento del segreto bancario: Il Consiglio federale ha sottoposto al Parlamento un nuovo modello d'interpretazione, che consentirà di concedere un aiuto amministrativo in materia fiscale anche sulla base di un numero di conto.Nell'intento di non farsi bacchettare dall'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE), il governo ha proposto una regola meno formale nella concessione dell'aiuto amministrativo. Questo sarà fornito se il Paese richiedente sarà già a conoscenza dell'identità del contribuente. L'identificazione potrebbe essere stabilita in base a criteri differenti da nome e indirizzo, come ad esempio il numero di conto.Lo Stato richiedente dovrebbe inoltre indicare, nei limiti del possibile, il nome e l'indirizzo del presunto detentore delle informazioni (ad esempio la banca).Questo adeguamento non cambia in nessun modo il rifiuto alla "pesca dei dati" ("fishing expedition") e allo scambio automatico di informazioni, sottolinea il Consiglio federale. Viene inoltre ricordato che in linea generale, le domande dovranno continuare a contemplare il nome e il recapito del contribuente.La proposta trasmessa al Parlamento concerne gli accordi di doppia imposizione con Stati Uniti, Danimarca, Finlandia, Francia, Gran Bretagna, Qatar, Lussemburgo, Messico, Norvegia e Austria. Queste convenzioni sono già state approvate dalle Camere e si tratta ora di dare valore legale alla nuova chiave interpretativa del governo, in caso di ricorsi in tribunale.La nuova visione verrà integrata in tutti gli accordi di doppia imposizione che la Svizzera rinegozierà. Il Nazionale avrà l'occasione di pronunciarsi settimana prossima sulle dieci convenzioni ancora pendenti (Paesi Bassi, Turchia, Giappone, Polonia, India, Germania, Kazakistan, Canada, Uruguay, Grecia). Per 17 voti contro 6, la Commissione preparatoria propone di accettarle.

Il commento Come già più volte commentato questa clausola porterà non pochi grattacapi alla piazza finanziaria ticinese. Si, ticinese e non svizzera, in quanto se a livello nazionale Ginevra e Zurigo possono contare su alternative valide, a livello ticinese, piazza finanziaria storicamente “monoprodotto” concentrata sul private banking, significherà reinventarsi per proporre nuovi prodotti, che nuovi non sono. Si parla di portare a Lugano fondi di investimenti, fondi di private equity, trading di materie prime, ma ci si dimentica che questo genere di attività presuppone un know-how necessario che attualmente a Lugano, perlomeno in confronto ad altre piazze, vedi Londra o Zurigo, non è ancora ottimale. E poi, perché un fondo di investimento dovrebbe spostarsi a Lugano? Quali vantaggi può offrire la piazza ticinese che non siano già presenti e consolidati in altri luoghi? In Ticino ci si è svegliati tardi. Forse si è effettivamente sottovalutata la portata di decisioni internazionali. Forse si è pensato che la Svizzera sarebbe riuscita a far fronte alle richieste di assistenza in materia fiscale, ma senza rendersi conto che non ha le armi per combattere questa battaglia. Proposte quali ancorare il segreto bancario alla Costituzione non hanno nulla di pragmatico. La realtà è una sola: la Svizzera è piccola ed ha un “potere contrattuale” limitato nei confronti del resto del mondo, con il quale, volenti o nolenti si deve convivere, perlomeno dal punto di vista economico. Quindi ecco che assecondare le richieste di allentare il segreto bancario è l’unica soluzione, pena ritorsioni e sanzioni.   Ad oggi non è ancora del tutto compromesso. Infatti lo scambio automatico di informazioni è ancora fuori discussione, ma in futuro uno scenario che vedrà la Svizzera cedere anche su questo punto non è da escludere.

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