
6 anni e 6 mesi. Questa la richiesta di pena della procuratrice pubblica Clarissa Torricelli nei confronti di Fabiano Michele Marchesi, il “Serial Fire” di Lugano. La procuratrice pubblica Clarissa Torricelli non ha dubbi: Fabiano Michele Marchesi è colpevole di incendio intenzionale aggravato. Aggravato in quanto l'imputato ha messo in pericolo la vita degli inquilini dei 5 stabili in cui ha appiccato fuoco. Intenzionale in quanto Marchesi, nonostante al momento dei fatti fosse incapace di valutare il carattere illecito di quanto stava commettendo, si è messo volontariamente nella condizione di commettere questi reati. Torricelli, nella sua requisitoria, si è rifatta alla perizia giudiziaria presentata ieri in aula, in particolare a un complemento peritale secondo il quale, “Marchesi conosce perfettamente i suoi meccanismi, sa che se assume in modo smodato alcool e benzoazepine perde il controllo”. "E tuttavia Marchesi non ha fatto nulla per evitare tutto ciò", ha ribadito la procuratrice. Non solo Marchesi sapeva che il suo smodato consumo di alcool lo avrebbe portato a trasgredire, ma sapeva anche che nel suo caso la trasgressione si sarebbe compiuta con atti incendiari, secondo un modello che ha le sue radici comportamentali nell'infanzia: “da piccolo ha dato fuoco a degli arbusti – ha ricordato Torricelli - a 25 anni si è dato fuoco, nel 2006 ha appiccato fuoco a 5 cassonetti, nel 2008 a un altro cassonetto”. “Il fuoco è una costante nella vita di Marchesi, ha detto la procuratrice. Quando Marchesi oltrepassa i limiti, la trasgressione sfocia con atti incendiari. Lui ne era cosciente, e nonostante tutto ha deciso di bere in modo smodato”. Per questo e gli altri reati la procuratrice pubblica ha chiesto una pena detentiva di sei anni e sei mesi da espiare in regime stazionario in una struttura adeguata.Diametralmente opposta invece la tesi della difesa. Per l’avvocato Costantino Delogu Marchesi non cerca la trasgressione col consumo di alcool, ma di questa sostanza è vittima. Alcool e benzoazepine sono la causa e non il mezzo del suo trasgredire. Marchesi non era quindi in grado di decidere volontariamente di non bere e per conseguenza non si è messo colpevolmente in uno stato di irresponsabilità, come invece sostiene la procuratrice Torricelli. Rifacendosi poi alla prima perizia, che sosteneva una totale scemata imputabilità, Delogu ha chiesto che Marchesi non venga processato per il reato di incendio intenzionale aggravato, ma unicamente per quello di appropriazione indebita, inparticolare per aver sottratto dalle casse della casa Serena dove lavorava come contabile circa 100 mila franchi. Per questo reato Delogu ha proposto una pena detentiva non superiore a 18 mesi con il beneficio della condizionale, visto la prognosi positiva. La sentenza della Corte delle Assise criminali presieduta dal giudice Claudio Zali è attesa in serata.
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