
Proporre, per una settimana intera, menu preparati con prodotti regionali ticinesi e favorire al contempo la filiera corta. È l’invito del Centro di Competenze Agroalimentari Ticino (CCAT), in collaborazione con il Dipartimento dell’educazione, della cultura e dello sport (DECS - SeSCo), esteso a tutti gli istituti scolastici della Scuola dell’infanzia presenti sul territorio ticinese con lo scopo di aderire alla Settimana del gusto, prevista dal 20 al 24 settembre. Per l’occasione, l’unione d’intenti con la consulenza per le refezioni della Scuola dell’infanzia e con Fourchette verte ha portato all’elaborazione, per ogni giorno della Settimana del gusto, ad una proposta di menu equilibrati e legati alla tradizione culinaria locale. In questo modo si mira a sensibilizzare i piccoli allievi e renderli maggiormente consci di quanto sia vasta e ricca l’offerta di derrate alimentari prodotte e confezionate in Ticino, stimolando la loro curiosità rispetto all’origine del cibo servito sul piatto, anche con l’accompagnamento di attività didattiche a tema.
Ormai da quattro anni il CCAT s’impegna affinché vi sia un maggiore utilizzo di prodotti agroalimentari ticinesi nella ristorazione pubblica, favorendo l’approvvigionamento presso i produttori locali e ampliandone l’assortimento presso i grossisti. I comuni che già da qualche tempo hanno scelto di cucinare nelle proprie “mense scolastiche” in modo più sostenibile sono: Riviera (Lodrino SE e SI, Cresciano, Osogna), Lugano, Biasca, Blenio (Acquarossa, Olivone, Aquila, Dongio), Lumino, Serravalle (Ludiano e Malvaglia), Terre di Pedemonte (Cavigliano, Verscio, Tegna). Prossimamente ci saranno anche i comuni di Bioggio e Bellinzona.
I benefici del progetto sono molteplici, sottolinea il CCAT. “A livello economico si assicurano posti di lavoro locali con evidenti ricadute finanziare sul territorio; a livello sociale vi è una maggiore conoscenza sull’origine del cibo, grazie alla tracciabilità e ad una maggiore trasparenza; a livello culturale si valorizza e salvaguarda la tradizione culinaria regionale; oltre a pensare ai benefici per la salute riconducibili all’assunzione di cibi freschi, genuini e che seguono il ciclo della stagionalità. Per i comuni è inoltre un’occasione per ribadire e dimostrare in modo concreto ai propri cittadini quali misure si stanno sviluppando, non solo a favore dell’economia della regione sostenendo le aziende presenti nel comune, ma pure a favore del bilancio ecologico. Gli acquisti a km 0 aiutano a ridurre le emissioni di CO2 grazie al minor tempo di stoccaggio e di trasporto della merce a beneficio di maggiore freschezza”. Tutti temi che rispecchiano molti degli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’agenda ONU, che dovranno essere realizzati entro il 2030 a livello globale e per i quali ogni paese è chiamato a fare la propria parte.
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