Lugano
Sgombero ex Macello, “il via libera di Gobbi non è un fatto preponderante”
© CdT/Chiara Zocchetti
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Redazione
7 ore fa
È quanto affermano, raggiunti per una reazione a caldo, i legali di Lorenzo Hutter e Lugano Karin Valenzano Rossi, le due persone indagate per abuso di autorità e danneggiamento.

Il via libera del consigliere di Stato Norman Gobbi allo sgombero dell’ex Macello non è un fatto preponderante, dal momento che non costituisce reato. È quanto ritengono i legali del sostituto comandante della Polizia cantonale Lorenzo Hutter e della municipale di Lugano Karin Valenzano Rossi, contattati da Ticinonews dopo le novità emerse ieri sulla serata in cui venne demolito il centro autogestito. Hutter e Valenzano Rossi, lo ricordiamo, sono indagati per abuso di autorità e danneggiamento nell’inchiesta riattivata dopo il ricorso dello Csoa. Ricorso inoltrato a seguito del decreto d’abbandono firmato dal Procuratore generale Andrea Pagani a dicembre 2021 in cui, in merito alla demolizione del centro, si parlava di un “malinteso e di un claudicante passaggio di informazioni”.

Inchiesta avviata alla conclusione

Malgrado il parere dei legali, è lecito chiedersi se il direttore del Dipartimento delle istituzioni fosse quantomeno informato anche della demolizione. Come ricordato dal portale Area, Hutter ha sempre sostenuto di aver interloquito soltanto con i municipali. Secondo nostre informazioni, non gli sarebbe però neanche mai stato chiesto, esplicitamente, di un eventuale scambio con il Dipartimento. Dal momento che nessuno oggi si esprime ai nostri microfoni, non ci resta che attendere gli esiti dell’inchiesta riattivata ormai un anno e mezzo fa, la quale, dopo ancora un verbale a inizio anno, si starebbe ora avviando alla chiusura.

Invariate le tesi degli indagati

Da quando la Corte dei reclami penali ha ordinato nuovi accertamenti, gli indagati non sarebbero più stati interrogati, con le tesi rimaste dunque invariate. Da un lato Hutter e Valenzano Rossi a difendere la demolizione urgente del tetto, decisa quella notte; dall’altro lo Csoa e l’ipotesi che tutto era già pianificato, in vista della fine della convenzione e dopo che, nelle settimane precedenti i fatti, i toni tra le parti si erano eufemisticamente esacerbati.

Vasto spiegamento di agenti

Quella notte vide un vasto impiego di agenti della cantonale e della comunale, con il supporto di colleghi dalla Romandia, per un totale (anche questa è una novità rivelata da Area) di 300 uomini. Una cifra esorbitante agli occhi di chi ha sempre sostenuto che la successiva demolizione fosse già stata pianificata, contrariamente alla versione delle autorità.

Quel tetto era davvero a rischio crollo?

Emergono nel frattempo ulteriori elementi dagli accertamenti che Pagani sta conducendo. Stando a quanto riferisce laRegione, il tetto dello stabile demolito non era a rischio crollo; in base alle testimonianze raccolte dal procuratore generale, dei lavori a quel tetto sarebbero già stati eseguiti. Ad essere forse ritenuto pericolante sarebbe stato un altro.

 

 

 

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