Ticino
“Si abbandoni il progetto PoLuMe”
Immagine Ustra
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Per i Verdi del Mendrisiotto aumentare la capacità autostradale “significa martoriare un territorio già tanto marcato”. Il telelavoro? Da pensare anche dopo la pandemia

Il progetto PoLuMe, che prevede sei corsie autostradali dinamiche tra Lugano e Mendrisio, sarà anticipato dal 2040 al 2030. Nonostante la soddisfazione del direttore del Dipartimento del Territorio Claudio Zali, i Verdi del Mendrisiotto sono invece molto delusi e preoccupati per la decisione del Consiglio federale. “Certamente lo sono anche i 6’300 cittadini che con una petizione hanno espresso il loro dissenso dal progetto, il Municipio di Mendrisio e diverse associazioni che hanno a cuore l’ambiente e la qualità di vita degli abitanti del Mendrisiotto”, spiegano in una nota stampa i Verdi.

Il telelavoro? Una strategia per l’ambiente
Aumentare la capacità autostradale con sei corsie di marcia “significa martoriare ancor di più un territorio già pesantemente marcato dalle vie di comunicazione e dall’inquinamento atmosferico”, sottolineano. Proprio in queste settimane si è visto l’effetto del ricorso al telelavoro: nelle solite ore di punta del mattino e della sera anche nei giorni feriali il traffico tra Mendrisio e Lugano è diventato scorrevole. Per questo secondo i Verdi del Mendrisiotto “il telelavoro può essere promosso, almeno parzialmente, anche quando non saremo più attanagliati dalla pandemia”. Ad ogni modo – proseguono – “il traffico sull’autostrada può essere sensibilmente ridotto, se la volontà politica c’è, con la mobilità aziendale e il car pooling (attualmente per un’automobile con due passeggeri ne passano diciannove con il solo conducente), con la differenziazione degli orari di lavoro e con il potenziamento del trasporto pubblico (in attesa di AlpTransit a sud di Lugano, che permetterebbe di utilizzare l’attuale tracciato ferroviario come una metropolitana a cielo aperto, si potrebbero intensificare le tracce dei TILO)”.

“Abbandonare PoLuMe”
Il progetto PoLuMe “deve essere abbandonato sia per le sue gravissime ricadute ambientali e finanziarie, sia per il fatto che rischia facilmente di promuovere ulteriormente il traffico individuale (più strade uguale più traffico, l’esperienza è sempre stata questa)”, contestano. Per i Verdi “è invece il momento di puntare con convinzione alla concreta riduzione del traffico pendolare, il che renderebbe di nuovo scorrevole l’autostrada tra Chiasso e Lugano anche nelle ore di punta”.

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