Viabilità
Sì da Berna al progetto PoLuMe, Zali: “Siamo soddisfatti”
Redazione
2 anni fa
Il Direttore del Dipartimento del territorio Claudio Zali ha accolto favorevolmente l’ok del Governo svizzero al progetto di potenziamento dell'A2 tra Lugano e Mendrisio. “Ulteriori 10 anni di attesa risultavano insopportabili”.

È notizia di oggi: il Consiglio federale ha dato luce verde al progetto cosiddetto PoLuMe, il potenziamento dell'A2 fra Lugano e Mendrisio che mira a decongestionare il traffico nel comparto, ma anche a migliorare la qualità di vita della popolazione locale. Un via libera accolto favorevolmente dal Consiglio di Stato ticinese. “Apprendo con soddisfazione questa notizia, frutto di una trattativa con Ustra, che anticipa di circa 10 anni i tempi realizzativi originariamente nei piani della Confederazione”, commenta il Direttore del Dipartimento del territorio Claudio Zali ai microfoni di Ticinonews.

“Le capacità dei mezzi pubblici sono limitate”

Per chi crede che si debba ancora utilizzare l’automobile in futuro, infatti, “altri 10 anni di attesa risultavano insopportabili”. Il Cantone “cerca di mettere delle alternative di trasporto pubblico performanti”, ma le capacità del mezzo ferroviario nell’ora di punta “sono comunque limitate e non potrebbero assorbire questa enorme quantità di traffico neppure se tutti volessero trasferirsi sul treno. E sappiamo che non è questo il caso”.

Le opere compensatorie

Il progetto prevede anche la realizzazione di un semisvincolo a Grancia e di uno svincolo a Val Mara, in modo da sgravare le strade cantonali e comunali della regione, ma anche la realizzazione di una circonvallazione dei nuclei di Maroggia e Bissone. E, non da ultimo, la messa in atto di misure di accompagnamento per la mobilità lenta. Opere che, secondo Zali, contribuiranno a migliorare il territorio e quindi anche la qualità di vita e la sicurezza dei residenti. “Cofinanziamo delle opere che avvantaggiano anche la rete cantonale”, prosegue il consigliere di Stato. “Penso ad esempio allo smantellamento del viadotto a Bissone. Anche in zona Lugano sud ci saranno degli importanti vantaggi”. E per quanto riguarda le opere compensatorie, “sulle quali insisteremo molto”, queste “devono far sì che l’opera abbia complessivamente un bilancio ambientale positivo, altrimenti non viene autorizzata”.

Alcune cifre

Il progetto “si trova solo allo stadio generale, non tutto è ancora definito nel dettaglio. Siamo in contatto con gli enti locali e ci sarà spazio per presentare altre richieste e arrivare a un risultato il più soddisfacente possibile”. L’investimento ammonta a circa 1,7 miliardi di franchi, di cui 84 milioni a carico del Ticino. I lavori potrebbero cominciare nel 2030 e avranno una durata di 12 anni.

I contrari: “Non ci aspettavamo nulla di diverso”

Amareggiate, ma non sorprese, le associazioni che si oppongono al progetto, secondo cui l’aumento della capacità dell’autostrada non è la soluzione, né per quanto concerne la viabilità né a livello qualità di vita o di sicurezza. “Non ci aspettavamo nulla di diverso”, commenta Caroline Camponovo Berardi, segretaria dell’Associazione traffico ambiente. “Questi progetti di ampliamento delle autostrade sono contenuti nei programmi di Ustra, che ha il mandato dal Consiglio federale di risolvere i colli di bottiglia sulle autostrade”. Era quindi “abbastanza scontato che le Camere lo appoggiassero”.

“Non è così che si risolvono i problemi”

Secondo l’Associazione, aumentare la capacità dell’autostrada non è la soluzione, perché “incrementando la capacità in alcuni tratti, le colonne vengono semplicemente spostate”. Inoltre, il dispendio di energia, territorio e risorse “non è più compatibile con la situazione attuale. Non è quindi costruendo o ampliando delle strade che si risolvono i problemi del traffico. La risposta per migliorare la qualità della vita nel Mendrisiotto e nel Basso Ceresio “non è certamente quella di aumentare il numero di automobili che transitano in una regione che dal punto di vista dell’inquinamento fonico e dell’aria è già fortemente compromessa”. E, infine, per quanto riguarda la sicurezza, “gli incidenti gravi o mortali sulle strade svizzere non avvengono in generale sull’autostrada, ma sui tratti cantonali e comunali. Se si vuole parlare di sicurezza, si deve intervenire da un’altra parte”, termina Camponovo Berardi.

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