Estate, tutti al mare? Non più, se è vero che la meta più popolare di quest'anno è l'Islanda e che altri paesi nordici sono sempre più gettonati. Il cambiamento climatico e l'aumento delle temperature, con periodi di forte afa come quello che stiamo vivendo in questi giorni, influenzano anche i flussi turistici, una svolta che ci si attendeva ma non in tempi così rapidi. Ai microfoni di Ticinonews, collegato da un buen ritiro in montagna a più di 1000 metri, Claudio Vicentin, professore del Master in Turismo Internazionale all'Università della Svizzera italiana.
"Il 10-20% dei turisti non viaggia più a luglio-agosto"
Una novità degli ultimi anni che sottolinea è quella che riguarda l'epoca delle vacanze. "C'è un abbandono dei mesi di luglio e agosto in favore di altre stagioni dell'anno, lo si vedeva statisticamente già lo scorso anno. Si viaggia di più prima, in maggio e giugno, e dopo, in settembre-ottore. Potremmo in un certo senso dire che in luglio-agosto parte chi deve, chi è obbligato per chiusura delle aziende a fare vacanza in questo periodo. Negli altri casi registriamo dei cambiamenti di abitudine dell'ordine di grandezza del 10-20%".
Per l'esperto, i cambiamenti erano attesi ma tra dieci o vent'anni
E chi non può cambiare momento dell'anno in cui prendersi una vacanza, sceglie una meta diversa da quelle classiche di mare. "Tutte le mete nordiche sono in forte ascesa: Olanda, Danimarca, paesi del nord. L'Islanda è la meta più popolare di quest'anno. Il grande nord attira i turisti in fuga dal caldo", spiega Vicentin, sottolineando come il fenomeno era atteso dagli studiosi, ma che "nemmeno gli esperti erano preparati a una virata tanto repentina. Sapevamo già da diversi anni che sarebbe successo tutto questo, l'aspetto però preoccupante è che è arrivato molto prima del previsto. Pensavamo di doverci occupare di questi aspetti tra dieci o vent'anni e invece sono già di stretta attualità".
Vicentin: "Attenzione all'impatto che il turismo ha sul cambiamento climatico"
Le mete marittime, pur contando su una stagionalità più lunga, dovranno dunque reinventarsi, mentre al Nord c'è il rischio affollamento. E il professore sottolinea anche il ruolo che il turismo ha sul cambiamento climatico (in una influenza che appare quindi bidirezionale. "Il 50% dei voli internazionali sono motivati dal turismo, l'impatto sull'ambiente è notevole. Questi dati se ignorati porteranno a mutamenti ancora più rapidi con sfide enormi per il turismo".