
Il presidente di Medacta SA Alberto Siccardi non si tira indietro e risponde punto per punto al Partito Socialista che - dopo la sua presa di posizione pubblicata sul Corriere del Ticino nella quale accusava i giovani di essere poco formati e di preferire la disoccupazione - lo aveva invitato a pubblicare i salari della sua azienda.
"Rispondo volentieri all'invito del PS che su Ticinonews chiede agli imprenditori e a me personalmente di dichiarare gli stipendi offerti agli svizzeri e residenti e di dimostrare che la loro formazione è insufficiente" scrive Siccardi in una nota inviata alla nostra redazione.
"È vero che ho solo i dati che riguardano la nostra azienda, che darò più avanti, ma è anche vero, tanto per cominciare, che alcune discipline come bioingegneria, farmacia, biologia non si insegnano in Ticino. E di conseguenza manca questa formazione che invece c'è in altri paesi. In ingegneria elettronica ed economia invece, presenti in Ticino, dove cerchiamo sovente candidati, notiamo a volte una difficoltà a trovare candidati completamente formati. O in alcuni casi non sanno l'inglese o non hanno la minima cultura di dati statistici o altro".
"In genere troviamo candidati inviati dagli Uffici Cantonali di disoccupazione o semplicemente iscritti nelle liste di chi cerca lavoro (senza ricevere le indennità di disoccupazione) e abbiamo difficoltà ad assumere. Raramente è un problema di stipendio e, quando lo è, significa che qualcuno esagera. In ogni modo negli ultimi due anni abbiamo assunto 30 svizzeri/residenti, ma scartandone, per i motivi di cui sopra, circa 80".
L'imprenditore e vicepresidente di Area Liberale descrive poi la situazione della sua azienda:
"La media del salario lordo mensile per i 56 impiegati svizzeri o residenti è di CHF. 5'900 x 13 mensilità, passando da un minimo di ingresso/primo impiego di CHF. 3’000 ad un massimo di CHF. 17'700."
"La media, invece, del salario lordo mensile per i 36 impiegati svizzeri o residenti specializzati (laureati e non) è di CHF. 7'104 x 13 mensilità, passando da un minimo di CHF. 3'578 ad un massimo di CHF. 17'700; i salari bassi sono di chi è appena arrivato."
"Mentre la media del salario lordo mensile per i 20 impiegati svizzeri o residenti non specializzati, è di CHF. 3’711 x 13 mensilità, passando da un minimo di CHF. 3’000 ad un massimo di CHF. 4'626. Ovviamente, col crescere dell’età e dell’esperienza, il salario cresce."
Siccardi cita poi alcuni casi di rifiuto "a causa del salario basso o per altri motivi futili e strumentali di chi vuole stare in disoccupazione":
"- Un candidato svizzero di 29 anni, per la posizione di sistemista, ha rifiutato un contratto a tempo indeterminato, in quanto i giorni di vacanza proposti (20 giorni/anno) non erano adeguati alle sue aspettative."
"- Una candidata residente di 32 anni, per la posizioni di impiegata ufficio reclami, ha rifiutato l’offerta economica di CHF. 3'500 lordi mese per 13, in quanto le sue aspettative salariali erano maggiori. La candidata è rimasta in disoccupazione."
"- Un candidato Svizzero di 30 anni, per la posizione di web developer, qualificato e in disoccupazione, ha rifiutato contratto a tempo indeterminato con proposta di CHF. 5’000 mese, in quanto le sue aspettative professionali non corrispondevano esattamente al posto offerto. Gli è stato proposto un adeguamento del mansionario più in linea con le sue aspettative, ma non ha accettato. E’ rimasto in disoccupazione."
"- Un candidato Svizzero di 40 anni, per la posizione di operatore specializzato disegno tecnico, ha rifiutato un contratto a tempo indeterminato con salario di CHF. 4.500 lordi mese, in quanto non era disposto a fare turni di lavoro (non notturni)."
"- Un candidato residente di 36 anni, per la posizione di operatore di produzione, ha rifiutato un contratto a tempo indeterminato, con salario di 3.500 CHF mese, dichiarando che aveva altri impegni e non riusciva a farli conciliare."
"Il livello di formazione in Ticino deve essere completato in base ai bisogni delle imprese, è vecchia storia" conclude Siccardi. "E i signori socialisti, che reagiscono con le solite condanne per chi produce ricchezza e la distribuisce, dovrebbero associarsi a questa operazione di miglioramento del tessuto lavorativo, non farne un elemento di scontro sociale, che tanto non serve. Ben venga quindi l'Università come la si prospetta in questi ultimi giorni sui giornali, aumentiamo la competitività di questo meraviglioso Cantone. E nessuno riuscirà mai a cambiare il mondo del vero lavoro e delle sue regole. Se uno vale si fa strada nelle aziende valide, che ne hanno bisogno, e quando arrivano leggi dall'alto per cambiare le regole la macchina del benessere si ferma. Che piaccia o no".
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