
Roberta Soldati (UDC) e Marco Noi (Verdi) chiedono nuovamente di rivedere la procedura di nomina dei magistrati ticinesi usata dalla Commissione giustizia e diritti e dal Gran Consiglio. Come ricordano i due firmatari della petizione, ad ogni nomina il tema torna alla ribalta e trovare una modalità di assegnazione delle cariche che sia "completamente slegata dalla politica appare pura utopia": ogni soluzione proposta fino ad oggi ha sempre avuto una componente politica.
Allineare la prassi a quella federale
Finora si è seguita la modalità di sostituzione più o meno sistematica di un magistrato appartenente alla stessa fazione politica di chi lascia la carica. Allo stesso tempo è prassi che siano solo nominati i candidati di un partito di Governo. Al contrario i giudici federali sono nominati in base a tutti i partiti presenti in Parlamento e le cariche sono assegnate "in funzione della forza di ogni partito presente in Parlamento". Prima di introdurre delle grandi riforme, si possono mettere in atto dei correttivi: Soldati e Noi ritengono che il Canton Ticino debba allineare la sua prassi a quella federale.
Delle cariche slegate dalla politica
In particolare, i due deputati sostengono che nel Parlamento cantonale ci siano delle forze politiche che "rappresentano in maniera significativa i cittadini ticinesi". Inoltre, come dimostrato dalle ultime elezioni cantonali, molti elettori non si riconoscono in nessun partito politico, e per questo anche le nomine dei magistrati devono tenere conto di questo aspetto. In questo modo si renderà più attraenti le cariche in magistratura a chi non è iscritto o non simpatizza con nessun partito.