Ticino
Smantellato giro di contrabbando d'oro di diversi milioni di franchi dall’Italia
© UDSC
© UDSC
Redazione
4 ore fa
L'ufficio federale della dogana svizzera ha trasmesso un atto di accusa al Tribunale penale cantonale ticinese nei confronti di un 65enne italiano, accusato di aver importato illegalmente in Svizzera 7 tonnellate di oro nell'arco di cinque anni, di averle vendute in Svizzera e aver trasferito il ricavato in Italia.

Un'organizzazione dedita all'acquisto sistematico d'oro in Italia, per il quale venivano eluse le norme italiane per il commercio di metallo prezioso e le disposizioni in materia fiscale, è stata smantellata dai collaboratori dell'Ufficio federale della dogana e della sicurezza dei confini (UDSC), in collaborazione con le autorità tedesche, italiane e del Principato del Liechtenstein. Secondo quanto riferisce l'UDSC in una nota odierna a capo dell'organizzazione vi era un 65enne italiano che, con l'aiuto di complici, ha contrabbandato 7 tonnellate di oro in Svizzera tra il 2016 e il 2021. Nei suoi confronti l'UDSC ha trasmesso il 10 gennaio 2025 un atto di accusa al Tribunale penale cantonale ticinese (TPC) per frode fiscale, sottrazione di imposta e frode doganale e della legge sul controllo dei metalli preziosi

Elusi 25 milioni di franchi di imposte

I corrieri, spiega l'UDSC, portavano l'oro illegalmente in Svizzera, dove veniva rivenduto. Il metallo prezioso veniva trasportato a bordo di veicoli muniti di ricettacoli, appositamente creati a tal fine ad esempio nel cruscotto, nel serbatoio o nello schienale dei sedili. In questo modo sono stati elusi circa 25 milioni di franchi di imposte. A capo dell'organizzazione, come detto, vi è un 65enne italiano, già domiciliato in Svizzera ed ora in Italia, nei confronti del quale l'UDCS ha proposto, nell'ambito dell'atto d'accusa trasmesso al TPC, una pena detentiva di tre anni ed una multa non inferiore ai 500mila franchi. L'UDSC ha anche chiesto nei suoi confronti il divieto di entrata in Svizzera per almeno dieci anni. I reati contestati all'imputato sono quelli di truffa qualificata in materia di tasse, sottrazione d'imposta (IVA) qualificata, infrazione doganale qualificata e inosservanza delle prescrizioni secondo la legge sul controllo dei metalli preziosi.

Il modus operandi del contrabbando d'oro

Secondo la prassi, ricorda l'UDSC, al momento dell'importazione tutti i metalli preziosi devono essere dichiarati all'ufficio doganale competente per il pagamento dei dazi all'importazione e all'ufficio controllo dei metalli preziosi. Quest'ultimo ufficio verifica che le prescrizioni della Legge sul controllo dei metalli preziosi (LCMP) vengano rispettate (ad esempio l'indicazione del titolo). Ciò non avveniva in questo caso: una volta importato illegalmente in Svizzera, l'oro è stato commercializzato attraverso società svizzere riconducibili ai membri dell'organizzazione. Il ricavato, sotto forma di denaro contante, è stato rimpatriato in Italia per finanziare ulteriori acquisti di oro in questo paese.

Oro ceduto a società o a terzi in Svizzera

In Svizzera, il metallo prezioso è stato ceduto a società o a terzi attivi nella lavorazione e nel commercio di oro, aventi sede in territorio elvetico o nel Principato del Liechtenstein. Grazie all'aiuto di complici (corrieri e intermediari), l'imputato ha organizzato l'importazione e la commercializzazione in Svizzera di circa 7 tonnellate di oro in diverse forme (lastre, lingotti, gioielleria e monete). Inoltre, per nascondere l'origine illegale del metallo prezioso, ha creato della documentazione fittizia nella contabilità delle società svizzere.

Comprovata l'esistenza di attività di contrabbando

"Le modalità operative di queste società elvetiche non rispecchiavano le attività abituali e riconosciute, tipiche di società attive nell'ambito della compra/vendita di oro in Svizzera per tutta una serie di motivi", rileva l'UDSC. "A partire dagli importanti quantitativi movimentati (acquistati e venduti), la frequenza delle transazioni registrate e le modalità di trasporto dell'oro (in veicoli privati e non tramite ditte specializzate munite di veicoli addetti al trasporto di valori) o ancora il pagamento di ingenti somme di denaro avvenuto esclusivamente in contanti, senza l'utilizzo di alcun bonifico bancario". Tutto ciò ha permesso ai collaboratori dell'UDSC di comprovare l'esistenza di un'attività di contrabbando organizzato e sistematico di oro dall'Italia alla Svizzera, in parte anche poi trasferito nel Principato del Liechtenstein e riesportato verso la Germania.