Sanità
Soglie minime per i mandati ospedalieri, firmato il rapporto. De Rosa: “Ora procediamo con le offerte”
© Chiara Zocchetti
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Redazione
2 ore fa
Convince la nuova strategia di pianificazione ospedaliera proposta dal Governo: firmato oggi il rapporto unanime della commissione sanità. Proposti cure di base capillari e numero minimo di casi per i mandati ma per contenere i costi per il relatore Quadranti si poteva fare di più. “Non è la pianificazione il problema”, replica De Rosa.

Una medicina di prossimità su tutto il territorio, ma numero minimo di casi per l’ottenimento dei mandati. A due settimane esatte da quel doloroso +10,5% per i premi di cassa malati in Ticino, la lunga saga della pianificazione ospedaliera si arricchisce di un capitolo: il rapporto unanime della Commissione sanità che sarà discusso entro fine anno dal Gran Consiglio. Sessanta fitte pagine che in sostanza danno luce verde alla strategia presentata dal DSS l’anno scorso, di cui Matteo Quadranti è il relatore. “Il Governo ha fondamentalmente fatto un calcolo sul fabbisogno di letti nel Cantone e ha stilato dei modelli di moduli d’offerta simili ai bandi di concorso, che poi manderà ai vari ospedali e cliniche presenti sul territorio”, ci spiega il relatore del rapporto. “Chi vuole concorrere deve disporre di una struttura adeguata e di personale preparato, ma abbiamo anche voluto insistere – al fine di concentrare le specializzazioni e ridurre i costi – sull’avere una casistica annuale di una certa portata”.

Variazione delle quote minime

Quote minime di casi sulla totalità cantonale che variano dal 2% per le cure di base al 5% per le cure specializzate. Soglie relativamente contenute, con tutte le strutture presenti in Ticino legittimate tecnicamente a continuare la loro attività. Proprio alla luce dei costi, la ministra Elisabeth Baume-Schneider parlava di sovra-offerta cantonale. È una pianificazione poco coraggiosa? Quadranti dice di concordare a titolo personale, “ma penso di parlare a nome di tutto il mio gruppo parlamentare. La questione è che per andare oltre servono i numeri, ma fino ad ora questi mancavano. Anche perché lo scorso anno di Parlamento aveva approvato un controprogetto sull’iniziativa popolare sugli ospedali di prossimità. Quindi era impensabile andare a dire di tagliare un ospedale piuttosto che un altro”. L’ottenimento del mandato, fa comunque notare Quadranti, non sarà un assegno in bianco: una commissione ad hoc lo valuterà con la speranza che, laddove non siano raggiunte casistiche minime, le strutture possano collaborare tra loro anche per ragioni di sicurezza. “L’auspicio non è quindi quello di aumentare le tariffe per mantenere in vita ospedali che non hanno un’economicità sufficiente”.

Singole regioni al centro

Concetti che in Ticino non godono di ampio consenso. Anche per questo il rapporto contiene l’auspicio di tenere conto delle singole regioni. Un riferimento non esplicito alla maternità di Mendrisio. “Che questo auspicio verrà seguito o meno resta da vedere. Non era nemmeno compito del Gran Consiglio entrare così nel dettaglio, altrimenti avremmo mantenuto il sistema precedente”. Sappiamo, però, come finì allora: la maggior collaborazione tra pubblico e privato fu bocciata alle urne; i tribunali diedero ragione ad alcune cliniche private definendo i criteri per i mandati poco oggettivi. Vedremo se questa seconda parte avrà un lieto fine.

De Rosa: “Ora procediamo con le offerte”

Su questa convergenza raggiunta in Commissione si è espresso anche il direttore del DSS Raffaele De Rosa. “Mi rallegro che questo importante documento approdi ora in Parlamento. Sarà importante che anche quest’ultimo possa approvare l’indirizzo che è stato dato, con tutte le osservazioni, le aggiunte e i complementi fatti dalla Commissione. Poi si procederà a compiere i prossimi importanti passi, a partire dall’allestimento dei vari capitolati con i moduli di sollecitazione delle offerte”. Alla luce dell’ennesima stangata sui premi e delle dichiarazioni di Baume-Schneider sull’eccedenza di offerta cantonale la pianificazione proposta non manca di coraggio? “Anche in questo caso è abbastanza preoccupante che anche a livello nazionale, guardando il nostro Cantone, si manchi completamente l’obiettivo. Perché i problemi del Ticino, se pensiamo all’evoluzione preoccupante della spesa, non sono dati dalla pianificazione ospedaliera cantonale, che nel lungo termine ha dimostrato di far crescere la spesa a un ritmo molto contenuto e inferiore al 2%”, ha concluso De Rosa.