
La situazione simulata è questa: una valanga ha travolto un escursionista. Il suo compagno, che è riuscito a non farsi sopraffare, lo sta cercando inserendo una sonda nella neve. Questo esercizio, proposto al centro di formazione sulle valanghe di Airolo-Pesciüm, serve a capire quando lo strumento tocca proprio la persona seppellita. La differenza è netta. Il corpo è più molle del terreno e la sonda tende a rimbalzare.
Come si è svolta la giornata?
A disposizione per elargire consigli e per accompagnare gli interessati alle esercitazioni, c’era il gruppo di ricerche e costatazioni della polizia cantonale. Il responsabile Stefano Mariani ci spiega come si è svolta questa giornata di prevenzione: "Dopo la teoria e una panoramica del materiale di soccorso, si viene sul posto e si simula la ricerca di un sepolto sotto una valanga. Una volta trovato il corpo, non bisogna perdere il punto esatto e si lascia la sonda nel terreno. In seguito iniziano i lavori di scavo", afferma Mariani.
Utilizzo di strumenti specifici
Chi pratica ad esempio lo sci fuori pista deve premurarsi di essere dotato di una certa attrezzatura. Questo strumento aiuterà a individuare coloro che sono rimasti seppelliti dalla valanga. "Prima di tutto bisogna svolgere una ricerca grossolana, poi perfezionare la distanza. Più mi avvicino, più l'apparecchio aumenta l'intermittenza del segnale. Una volta trovata la distanza minima, inserirò la sonda e inizierò la ricerca del compagno", spiega Mariani con lo strumento. "Con me avrò il mio kit di soccorso con una pala. Dovrò poi indietreggiare di circa un metro e iniziare a scavare verso il corpo".
"L'emotività gioca un ruolo importante"
L’evento, promosso da Montagne sicure, era aperto a tutti, compresi gli escursionisti più esperti. Anche perché non bisogna sottovalutare il fattore emotivo qualora si vivesse realmente una simile situazione: "L'emotività gioca un ruolo importante e lo stress è un fattore durante la ricerca. Bisogna allenarsi a gestire queste problematiche", conclude Mariani.