
È a 90kg che ammonta la cifra media dello spreco alimentare pro capite in Svizzera, ed è stato proprio questo il tema declinato in più ambiti dell'assemblea generale dell'ACSI (Associazione consumatrici e consumatori della Svizzera italiana). Da un lato, c'è lo spreco sanitario con la sovramedicalizzazione, dall'altro lo spreco alimentare. Per l'occasione, a Bedano è stato organizzato un atelier con l'Associazione Teste di Rapa di Lugano, che negli anni ha recuperato oltre 42 tonnellate di cibo biologico che altrimenti sarebbero state buttate.
La lotta contro lo spreco è ancora agli inizi
La lotta contro lo spreco non è finita, anzi "siamo veramente agli inizi", afferma la segretaria generale dell'ACSI Antonella Crüzer ai microfoni di Ticinonews. "Anche la Confederazione ha inaugurato il nuovo piano di lotta agli sprechi", aggiunge, "vuole dimezzare lo spreco alimentare in Svizzera entro il 2030". La missione però non sembra facile, infatti ciò "vuol dire che dobbiamo darci da fare perché finora anziché migliorare stiamo peggiorando. Le famiglie sprecano più di 2'000chf all'anno di cibo", precisa Antonella Crüzer, "c'è d'avvero tanto da fare e i consumatori sono in prima linea".
È la responsabilità del singolo che può fare una differenza
La lotta agli sprechi è un invito a una presa di responsabilità del singolo che non implica però una soluzione della politica. Per questo motivo "rispondiamo anche un po con una certa preoccupazione per esempio all'innalzamento della franchigia, eccetera", spiega la presidente dell'ACSI Angelica Jäggli, "perché sono tutte delle misure che vanno ancora a gravare solo sui pazienti e sui consumatori, quindi sicuramente noi continueremo a fare la nostra parte. Abbiamo un grande potere come consumatori e come pazienti". Tuttavia è necessario che "anche tutti gli altri attori abbiano un po' una mano alla coscienza e mettano in campo delle riforme sostanziali e importanti, dove tutti", conclude la presidente dell'associazione, "sono responsabilizzati.
I rincari
I costi della salute restano saldamente in testa alle preoccupazioni dei consumatori, ma sono solo la punta dell'iceberg. "Gli aumenti sono stati notevoli su tutti i fronti", ricorda la segretaria generale dell'associazione, "per per esempio i prezzi dell'energia sui quali vogliamo davvero cavalcare la situazione per dire 'ma siamo sicuri che ci sia trasparenza, che tutto sia davvero garantito nel rispetto dei diritti dei consumatori?'. Abbiamo subito aumenti per quanto riguarda le pigioni e il costo della vita in generale, anche proprio nella Svizzera italiana", specifica Antonella Crüzer, "dove gli stipendi restano comunque più bassi del resto della Svizzera, ma tanti servizi, anche servizi dati dallo Stato o dal Cantone, non hanno dimostrato un prezzo minore ma, anzi, sono rincarati."
ACSI non rincara
Rincara tutto ma l'ACSI no, e questo nonostante i tempi siano difficili anche per chi difende i consumatori. I conti del 2024 infatti hanno chiuso con un leggero ma simbolico deficit di 50chf. "Purtroppo", spiega Crüzer ai microfoni di Ticinonews, "anche la nostra base sociale sta invecchiando. I nostri soci storici che hanno sempre creduto nell'ACSI non riescono ad essere rimpiazzati facilmente con famiglie e giovani che oggi potrebbero avere ancora più bisogno dell'ACSI e quindi lanciamo un messaggio ai nostri soci per fare passaparola, per far vedere che l'ACSI fa e che aiuta con dei servizi molto concreti", conclude la segretaria generale dell'associazione.