Ticino
Stabile EFG, l'UDC pensa al referendum
Redazione
8 mesi fa
Il partito ritiene troppo alto il prezzo per acquistare lo stabile in cui dovrebbe sorgere la cittadella della giustizia ed è pronto a raccogliere le firme per portare i cittadini al voto.

Una raccolta firme aleggia su un dossier del consigliere di Stato Norman Gobbi. Nel mirino dell'UDC, infatti, c'è l'acquisto dello stabile EFG, dove dovrebbe sorgere la cittadella della giustizia. Il dossier, ricordiamo, verrà affrontato dal Gran Consiglio durante la prossima seduta di febbraio: i deputati dovranno decidere se approvare il credito di 76 milioni di franchi per acquistare lo stabile, a cui si aggiungono altri 5 milioni e mezzo per i lavori di sistemazione. Ci sono poi altri due passi da compiere: la richiesta di credito per la ristrutturazione dello stabile e un altro per la ristrutturazione del palazzo di Giustizia. L'intera operazione dovrebbe costare oltre 200 milioni ed essere portata a termine in una quindicina d'anni. 

La questione del prezzo

Il presidente democentrista Piero Marchesi, nella puntata di Detto tra noi che andrà in onda questa sera su Teleticino, ha parlato della possibilità di lanciare un referendum. "L'UDC non è contrario all'acquisto del palazzo di giustizia", ha puntualizzato il deputato. "La questione è il prezzo. Si parla di 80 milioni per l'acquisto e la sistemazione dello stabile. Le cifre sono state ridotte, ma si parla comunque di un costo di 113 milioni per la prima tappa. Poi c'è tutto il resto per un quarto di miliardo. A nostro avviso quello stabile può essere pagato per meno anche perché la banca non ha molte alternative alla vendita allo Stato. In Gran Consiglio verrà probabilmente fatto anche un emendamento in questo senso".

Sarà referendum?

Marchesi non ha quindi escluso il lancio di un referendum finanziario obbligatorio (che verrebbe attivato con il voto di almeno 25 deputati e con un terzo del Parlamento) o un referendum tradizionale : "Se ci fosse il prezzo, saremmo disposti a sostenere l'investimento, pur chiamando il referendum finanziario obbligatorio: ci sembra giusto e corretto che siano i ticinesi a doversi esprimere su questa spesa. Se non dovesse essere il caso, c'è la possibilità di far capo al referendum tradizionale. Ci stiamo preparando".