"I Verdi liberali promuovono il precariato?" La domanda, chiaramente retorica, viene posta dalla Gioventù comunista, in una presa di posizione inviata alle redazioni. Pomo della discordia è un annuncio di stage pubblicato sul portale interno di lavoro destinato agli studenti dell'Università della Svizzera italiana, nel quale i Verdi liberali ticinesi cercano uno stagista social media manager al 20%, per nove mesi. Lo stage non è però remunerato. Quanto basta alla Gioventù comunista per definire "i verdi liberali ticinesi, che possono fare affidamento a un Partito nazionale di dimensioni e risorse non trascurabili, di fatto co-responsabili della diffusione del precariato fra i giovani".
Startup?
I giovani comunisti proseguono parlando di una situazione "grottesca", "se si considera che nell’annuncio dello stage il Pvl afferma di essere 'una startup della politica con l’obiettivo di innovare lo scenario politico con competenza e pragmatismo, sviluppando soluzioni complesse per le problematiche moderne', come pure di promuovere 'uno sviluppo economico responsabile'. Evidentemente, nel concetto di responsabilità a cui fanno affidamento i verdi liberali, che definendosi una startup ben lasciano intendere il loro orientamento neoliberista, non vi è quello di pagare i propri dipendenti".
"Non un'azienda"
La Gioventù comunista precisa di non ritenere anormale fare politica senza remunerazione, "vi è però una differenza sostanziale fra il basare la propria attività politica sul militantismo volontario dei propri membri (come accade nella Gc) e l’assumere uno stagista non remunerato al quale affibbiare il lavoro comunicativo del proprio Partito, che, al contrario di quanto affermano i verdi liberali, non è e non deve essere percepito come un'azienda".
La replica dei Verdi liberali
Il presidente dei Verdi liberali ticinesi Stefano Dias respinge le accuse al mittente. "È sì uno stage, ma lo consideriamo un'attività di volontariato, come ce ne sono tante altre, anche in politica", commenta interpellato da Ticinonews. "Vogliamo essere un partito giovane e che sappia coinvolgere i giovani: per questo motivo chi vorrà collaborare con noi potrà portare le sue idee". Facciamo notare che, pur al 20%, nove mesi per uno stage non pagato possono essere considerati un periodo lungo. "Ma non saremo attaccati all'orologio", risponde Dias. "Chi si proporrà metterà a disposizione il tempo che potrà". Dias tiene infine a precisare: "A fine marzo pubblicheremo i nostri conti, così anche la Gioventù comunista potrà vedere di quanto effettivamente disponiamo. Anche la stessa posizione di social media manager del partito oggi è svolta da me, a titolo gratuito".