Ticino
"Stefano non era uno che rischiava"
Redazione
10 anni fa
Parlano il direttore di gara e il presidente del Lugano Racing Team. "Di incidenti ne ho visti parecchi, ma mai così gravi"

C'è grande cordoglio in Valcolla, e non solo, per il tragico decesso del 38enne Stefano Campana e del 21enne Robin Munz nell'incidente di rally avvenuto ieri tra Carlazzo e Cusino, nella vicina Italia.

Entrambe le vittime erano molto note e apprezzate in zona. Il primo, Stefano Campana, era sposato e padre di due figli, abitava a Curtina ed aveva da poco rilevato il garage Silvagni di Viganello. Il secondo, Robin Munz, aveva anche lui un figlio piccolo, viveva a Cimadera e lavorava nell'azienda di famiglia a Lugano.

Conoscevano bene il percorso sul quale hanno trovato la morte e ancora negli scorsi giorni, in vista della gara, avevano effettuato delle ricognizioni sul terreno.

Ma ieri purtroppo durante l'ultima delle quattro gare previste qualcosa è andato storto.

"Campana e Munz stavano transitando dalla postazione numero 46 nel comune di Carlazzo" ha spiegato il direttore di gara Roberto Ledda. "Un commissario, testimone dell'accaduto, ha riferito che la vettura ha urtato con violenza il fianco destro contro un muretto situato sul bordo destro della carreggiata, finendo poi contro il guardrail di sinistra, terminando la sua corsa sul lato destro della strada. I due sono stati raggiunti immediatamente dal commissario, il quale ha anche prontamente allertato i soccorsi sia medici sia antiincendio. L'addetto alla corsa ha anche provato a soccorrere l'equipaggio che risultava incosciente all'interno dell'abitacolo. Purtroppo le condizioni della vettura gli hanno impedito di aprire gli sportelli laterali della Renault che nel frattempo prendeva fuoco con un'improvvisa vampata."

"Ero fuori, sono rientrato e la prima telefonata che ho ricevuto mi annunciava quanto capitato... Non riesco ancora a crederci" afferma dal canto suo Flavio Finardi, presidente della Lugano Racing Team, la scuderia per la quale correvano Campana e Munz. Sentito da La Regione, Finardi afferma che "Campana era un bravo ragazzo, simpatico ed educato. Da circa cinque anni disputava regolarmente il Rally del Ticino, era un bravo pilota e visto che aveva famiglia non rischiava nemmeno più di quel tanto in gara, piuttosto toglieva il piede dall'acceleratore."

"Mi aveva chiamato circa un mese fa per chiedere l'autorizzazione di correre per noi in questo rally e come sempre gliel'avevo concessa volentieri. Mai avrei immaginato che sarebbe andata a finire così" conclude il presidente del Lugano Racing Team. "Ho fondato questa scuderia nel '75 e di incidenti ne ho visti parecchi, ma mai così gravi. Sto davvero male."

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