Ticino
“STOP all’aumento dei dipendenti cantonali”
©Gabriele Putzu
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Redazione
3 ore fa
È la richiesta contenuta nell'iniziativa popolare formulata da un comitato interpartitico. "Il numero delle persone impiegate nell'amministrazione cantonale non dovrà superare l'1,3% della popolazione ticinese".

È stata presentata oggi a Lugano l’iniziativa popolare legislativa “STOP all’aumento dei dipendenti cantonali”. Il suo obiettivo – spiega in un comunicato del comitato interpartitico composto da rappresentanti di UDC, Lega, PLRT, Il Centro, Camera di Commercio e AITI – è di “limitare lo sperpero di risorse pubbliche frenando la crescita del personale dell’Amministrazione cantonale, che conta più dipendenti rispetto alla media degli altri Cantoni”.

La proposta

Il comitato ricorda che nello studio di Idheap “Analyse comparative de la structure des dépenses du Canton du Tessin”, viene rimarcato che il costo dell’amministrazione ticinese è del 33% superiore rispetto alla media degli altri Cantoni. L’iniziativa – mediante una modifica della legislazione – intende dunque fissare un tetto massimo del numero dei dipendenti dell’amministrazione cantonale(esclusi i docenti in senso stretto e il personale di cura dell’Organizzazione sociopsichiatrica cantonale). Tale numero “non dovrà superare l’1,3% della popolazione ticinese. In questo modo si prevede una riduzione del 10% degli effettivi indicato entro 5 anni, dando dunque il tempo al Consiglio di Stato di trovare le giuste misure per raggiungerla”. L’obiettivo “può essere perseguito, per esempio, mediante la non sostituzione dei partenti totale o parziale, o tramite altre misure”.

I punti

La richiesta, come detto, è di limitare progressivamente il costo del personale mediante una modifica della legislazione cantonale che: fissi un tetto massimo del numero dei dipendenti variabile nel tempo in base alla popolazione residente; impedisca che per raggirare questo tetto massimo si riversino compiti ai Comuni o ad altri enti; riduca di conseguenza il numero di personale impiegato basandosi sul costo medio del personale del Cantone nel caso di esternalizzazione dei servizi.

Il contesto

“Negli ultimi dieci anni le manovre di correzione dei conti attraverso un aumento delle entrate non hanno portato a risultati incisivi. D’altronde, non ci si è mai concentrati davvero sulla spesa”, si legge ancora. La maggioranza dei politici “da anni ritiene che i 500 compiti che lo Stato svolge attraverso circa 300 uffici amministrativi siano irrinunciabili, insostituibili e indispensabili. Anzi, da incrementare”. Dunque, attendere una revisione dei compiti “è improduttivo, perché si teme passeranno altri anni senza raggiungere l’obiettivo. Serve razionalità e pragmatismo e un’azione decisa nel mettere un freno a questa pericolosa deriva, la cui fattura è a carico del contribuente”.