
Ci sono problemi ben più importanti dell'esonero della stretta di mano concesso dalla direzione di una scuola di Therwil (Basilea Campagna) a due allievi musulmani che non volevano stringere la mano alla loro docente.
Lo afferma l'imam di Lugano, Samir Radouan Jelassi, in un'intervista rilasciata al Caffè.
L'imam della Lega dei musulmani in Ticino sostiene che questo epidosio abbia avuto troppa eco. "Sono situazioni che possono essere risolte senza creare clamori mediatici" afferma. "Non ritengo che questo sia un approccio costruttivo. Inoltre, un fatto isolato non può diventare il problema maggiore dei 450mila cittadini musulmani in Svizzera. Se vogliamo aprire un dibattito sull'Islam e sui musulmani, una questione come la stretta di mano non può essere né il centro, né il punto di partenza."
"Mi disturba la mediatizzazione di questi episodi, che possono essere risolti senza ingigantirli" afferma ancora l'imam. "La strumentalizzazione negativa di certi problemi che riguardano la vita e la quotidianità dei musulmani in Europa rappresenta una sorta di "cavallo di Troia" costruito per dividere. E questo contribuisce solo a creare il fenomeno della radicalizzazione e della chiusura."
"Abbiamo altre sfide più importanti da affrontare, come il terrorismo, l'estremismo, l'islamofobia, il razzismo, l'odio, la criminalità e la violenza" prosegue l'imam di Lugano. "Questi sono problemi che richiedono il nostro impegno comune per combatterli ed eliminarli. Ma distogliere l'attenzione su altro non aiuta."
Jelassi racconta poi un episodio avvenuto qualche giorno fa a un suo conoscente. "Si trovava in un ristorante a Lugano quando sul suo smartphone è scattata l'app che gli ricorda il momento della preghiera. La voce del muezzin dal cellulare ha provocato il panico nel locale. Questa persona mi ha detto di essersi trovata in un imbarazzo enorme. Si è dovuto scusare con tutti i presenti, assicurando che non c'era nessuna bomba. Ma era solo il richiamo della preghiera... Questo è, secondo me, il risultato di un'atmosfera politica e mediatica tesa."
Tornando alla stretta di mano, l'imam spiega che "nell'Islam il fatto se un uomo possa stringere la mano a una donna è una discussione antica tra i giuristi e i sapienti (...). Nel dibattito ci sono varie scuole, alcune lo permettono, altre no. Non per cattiveria, perché vedano la donna come fonte del peccato. Pensano però che il contatto debba seguire certe regole per evitare tentazioni. La discussione esiste, non lo nego, come c'è in altre religioni. Ma ci sono anche nell'Islam alcuni sapienti che pensano che questa tradizione vada presa con cautela e contestualizzata" conclude Jelassi. "Poi c'è la libertà personale, e non c'entra con l'Islam: alcuni non danno la mano per motivi igienici."
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