Apprendimento
Studiare: una questione di metodi, stili e strategie
©Gabriele Putzu
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Redazione
14 giorni fa
La docente e tutor dell'apprendimento Giovanna Bagutti: "Le metodologie di studio sono connesse alle caratteristiche personali e possono cambiare nel tempo".

Come adattare il proprio modo di studiare alle proprie peculiarità? Si tratta di una questione complessa, che tocca le caratteristiche di ogni allievo, ancor di più se presenta neurodivergenze inserite in un contesto scolastico che, necessariamente, deve bilanciare il bisogno di personalizzazione con le esigenze dell’organizzazione pratica.

Ne abbiamo parlato con Giovanna Bagutti, docente elementare con master in autismo, tutor dell’apprendimento e formatrice nei DSA, ADHD, alto potenziale cognitivo, con formazione nei disturbi del linguaggio, titolare di Ti Aiuto supporto scolastico specializzato, che si dice convinta che ciascuno deve trovare il metodo di studio più adatto, basandosi sul proprio specifico funzionamento e sviluppo personale.

La definizione di apprendimento

“La definizione di apprendimento è univoca e riguarda il processo di acquisizione e di modificazione di capacità e di abilità comportamentali ed emotivi degli organismi viventi, animali e umani, nel corso delle esperienze e interazioni con l’ambiente. Sostanzialmente tutti gli esseri viventi sono predisposti ad apprendere nei diversi contesti di vita. L’apprendimento però si manifesta in maniera differente da persona a persona, seguendo la linea del concetto di neurodiversità secondo la quale ognuno di noi funziona e percepisce il mondo in modo diverso, utilizzando stili e strategie diversificati”, spiega, sottolineando come “esso può essere influenzato da diversi fattori, in primis dai luoghi di apprendimento, dalle interazioni sociali e dalle emozioni”. Ad esempio, “se un ambiente è accogliente e riconosce le peculiarità distintive di tutti, proponendo anche delle prassi personalizzate, allora è sicuramente un buon ambiente apprenditivo. Diversamente un ambiente freddo e distaccato può avere influenze negative e comportare demotivazione, ansia e malessere psicosomatico. Le emozioni, il temperamento e le passioni giocano anch’essi un ruolo determinante nel processo di acquisizione di abilità e competenze”.

"La scuola non può essere specializzata per ogni allievo: serve un equilibrio"

Ma come tradurre tutto ciò nella quotidianità scolastica? La docente osserva “da quanto riferitomi da diverse famiglie, sembrerebbe che la scuola fatichi ancora a promuovere apprendimenti e stili diversi per gli allievi, sebbene ci sia sempre più una maggiore sensibilizzazione alla tematica attraverso convegni e corsi di formazione”. È inoltre importante sottolineare che “per quanto riguarda la personalizzazione, il punto focale è che richiede un enorme lavoro di progettazione didattica. Penso sia assolutamente possibile valorizzarla come prassi inclusiva, sebbene sia davvero complessa da effettuare per ogni singolo allievo, considerando che in classe ci sono in media 18 allievi, tutti con modi differenti di apprendere”. A suo dire, “una soluzione potrebbe essere quella di creare un equilibro tra lezioni generali e lezioni più personalizzate basate sugli interessi personali degli allievi”.

Schemi, riassunti, mappe mentali/concettuali per aiutare i ragazzi con neurodivergenze

L’apprendimento diventa una questione ancor più complessa quando si ha a che fare, come spesso accade nel suo lavoro quotidiano, con ragazzi con neurodivergenze (DSA, ADHD, APC, Autismo e disturbi del linguaggio).“È importante ribadire che avere i DSA, l’ADHD, l’autismo e l’alto potenziale cognitivo non significa avere una malattia, ma avere un funzionamento e una percezione del mondo ancor più differenziati e alternativi a livello strutturale-cerebrale. È importantissimo per questi ragazzi che vengano riconosciute le loro caratteristiche, differenziando e personalizzando il percorso formativo ed educativo attraverso l’utilizzo di strumenti compensativi e dispensativi”. Giovanna Bagutti ci tiene a precisare che esistono delle direttive cantonali mirate ad aiutare i docenti a capire come favorire benessere scolastico e apprendimenti efficaci. Strumenti utili per favorire l’approccio didattico inclusivo sono l’utilizzo di schemi, di riassunti e di mappe mentali/concettuali.

"La metodologia di studio adatta si differenzia in base al profilo psicosociale"

Se è vero che non si può creare una scuola su misura per ogni allievo, ognuno però può trovare il suo metodo di apprendimento, quello che gli permette di imparare con meno fatica e più efficacia. “In diversi anni di insegnamento e di supporto scolastico ho potuto verificare quanto una metodologia personalizzata sull’individuo possa essere davvero efficace, modificando anche il grado di fragilità e di potenzialità. Questo concetto è ben visibile nelle persone ad alto potenziale cognitivo che, se non stimolate in maniera personalizzata, possono manifestare sofferenza, noia, malessere tali da bloccare la loro predisposizione ad apprendere”. Che cosa si intende, precisamente, con metodi di apprendimento e perché sono così importanti? “Per me le metodologie di apprendimento sono modi diversificati di imparare attraverso strategie di apprendimento che si differenziano in base al profilo biopsicosociale delle persone”, ci spiega Giovanna Bagutti.

Come studi oggi potresti non studiare domani. I fattori che determinano una evoluzione

“In parole più semplici le metodologie sono fortemente connesse con le caratteristiche individuali e personali di ognuno. Per questo una metodologia che può andar bene per una persona può non funzionare per un’altra”. L’apprendimento non è un processo lineare e fisso ma variabile nel tempo, poiché le varianti e i fattori che possono influenzarlo sono in continuo divenire. “Le circostanze esterne, come per esempio il clima di classe, le relazioni tra docente e alunno, le relazioni amicali e lo sviluppo personale che prevede cambiamenti corporei, emotivi e cognitivi, possono cambiare nel tempo, modificando di conseguenza anche l’apprendimento”. Ricercare il sistema che funziona per sé è quindi un processo indispensabile per ogni studente, di qualsiasi età, una strada in continua evoluzione, da adattare e modificare nel tempo.

Imparare a studiare

Giovanna Bagutti (contatto: [email protected]) organizza, sia durante le vacanze sia nel corso dell’anno, corsi e percorsi di supporto scolastico per bambini e ragazzi di età diverse, con o senza neurodivergenze. Come tutor dell’apprendimento e titolare di Ti aiuto supporto scolastico specializzato, propone settimanalmente a gruppetto diverse attività chiamate “I doposcuola dell’apprendimento”, dei corsi sui metodi di studio, sulle tecniche di memorizzazione ed elaborazione di mappe mentali e concettuali, che si possono seguire anche individualmente. Per le vacanze e in estate, ma anche su richiesta durante l’anno scolastico, offre agli interessati il corso “Metodi di studio e strategie di apprendimento”, un appuntamento molto partecipativo dove i ragazzi ragionano sulle diverse tematiche connesse all’apprendimento. Inoltre ha creato dei fascicoli di ripasso estivo per bambini di scuola elementare basato sul programma didattico ticinese, progettati valorizzando diverse competenze e abilità del bambino sottoforma di gioco investigativo.

“Tutte le attività sono proposte per migliorare autonomia, autostima e motivazione all’apprendimento”, riassume la tutor.