
Ai sette casi di suicidio assistito a Chiasso segnalati ieri dal Corriere del Ticino (vedi articolo suggerito) si aggiungono almeno altri tre casi, riconducibili a un’altra organizzazione attiva sempre a Chiasso ma in uno stabile del centro, in corso San Gottardo 92.
I casi sono stati accertati in questi giorni da parte delle autorità comunali, che hanno scoperto la presenza di una struttura destinata all’accompagnamento al decesso negli spazi occupati in passato da una lavanderia. L’organizzazione, spiega il CdT, è legata al sodalizio LL Exit e alla presidente Mariangela Gasperini, che non ha però voluto replicare.
Come nei casi di via dei Pedroni, l’Esecutivo ritiene che l’attività sia stata avviata senza aver richiesto la relativa licenza edilizia. La presenza di questa struttura è ritenuta in contrasto con le norme del Piano regolatore, ma la Città si trova confrontata con un vuoto legislativo.
Il Medico cantonale Giorgio Merlani ha nel frattempo smentito sia al Corriere che a LiberaTv le dichiarazioni della presidente di Carpe Diem Isabel Scherrer, che aveva affermato di aver ricevuto dallo stesso Merlani il permesso per operare sul territorio. “L’accompagnamento alla morte assistita non è un’attività sanitaria e non sottostà a nessuna autorizzazione da parte del DSS".
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