Ticino
Sventata strage, "L'AK-47 è una replica"
Sventata strage, "L'AK-47 è una replica"
Sventata strage, "L'AK-47 è una replica"
Redazione
7 anni fa
Il Governo ha risposto ai 4 atti parlamentari sui controlli in materia di acquisto di armi da fuoco. "La legge è sufficientemente restrittiva"

Il Consiglio di Stato ha risposto ai 4 atti parlamentari (le 3 interrogazioni di Matteo Quadranti, Sabrina Gendotti e Carlo Lepori e cofirmatari e l’interpellanza di Massimiliano Ay) in cui si chiedevano delucidazioni sui controlli in materia di acquisto di armi da fuoco. I deputati, ricordiamo, si erano rivolti al Governo all’indomani dei fatti che hanno visto la Polizia cantonale arrestare un giovane diciannovenne, che avrebbe pianificato un assalto alla Scuola Cantonale di Commercio di Bellinzona. Il numero di armi trovate nella sua abitazione, aveva sollevato diverse perplessità.

Il Governo ha innanzitutto ricordato che la legislazione vigente non prevede limiti relativi al numero di armi che si possono possedere e ha illustrato l’iter procedurale per il rilascio di un permesso d’acquisto (per saperne di più clicca QUI) necessario se si vuole comperare un’arma (anche online). I controlli avvengono sistematicamente ogniqualvolta una persona inoltra un’istanza di permesso d’acquisto o un contratto scritto e ulteriori accertamenti possono aver luogo pure successivamente, in particolar modo qualora il Servizio dovesse venire a conoscenza di elementi che potrebbero mettere in dubbio l’idoneità di una persona al possesso di armi.

Prima di rispondere ai quesiti contenuti negli atti parlamentari il Consiglio di Stato ha rilevato che "a una parte considerevole delle 31 e più domande non si può dare risposta in virtù del segreto istruttorio o della competenza federale" e si è detto stupito che alcune di esse siano sottoposte da deputati "che professionalmente sono illustri e riconosciuti uomini (e donne) di legge per i quali è sicuramente nota la gerarchia che regge il nostro ordinamento giuridico".

L'AK-47 era una replica - Il 19enne attualmente indagato - si legge nella risposta del Consiglio di Stato - deteneva legalmente le armi in suo possesso e non disponeva di alcun permesso di porto d’armi (necessario se si intende portare un'arma in luoghi accessibili al pubblico). Il fucile d’assalto Kalashnikov in suo possesso "non era AK-47 per il tiro a raffica", bensì una replica di un AK-47 semiautomatico, "quindi acquisibile tramite un normale permesso d’acquisto". Non risulta inoltre che il diciannovenne abbia acquisito armi in Italia.

Il Governo ha spiegato che "non tutte le armi regolarmente in possesso del giovane erano soggette a permesso d’acquisto". Alcune di esse, in virtù dell’art. 10 della Legge federale sulle armi, gli accessori di armi e le munizioni (LArm), erano infatti soggette all’obbligo di dichiarazione. Le armi non soggette a permesso d’acquisto detenute dal 19enne sono state acquisite dal padre, il quale, conformemente all’art. 11 LArm, ha provveduto ad inoltrare una copia del contratto alla competente autorità in materia di armi. Dal padre sono altresì state acquisite altre due armi soggette a permesso d’acquisto, regolarmente richiesto e ottenuto. Le ulteriori armi in possesso del giovane sono invece state acquisite tramite regolare permesso d’acquisto da un privato cittadino e presso un commerciante di armi. Tutte le armi sono state acquisite tra il 2017 e il 2018, ovvero quando il giovane aveva già compiuto 18 anni.

Per quanto attiene alle armi regolarmente registrate "non vi sono elementi concreti che possano far presupporre che chi le abbia vendute al 19enne non abbia rispettato la LArm e in particolare anche l’obbligo di diligenza previsto dall’art. 18 OArm". Il Governo, infine, ritiene che "la vigente legislazione in materia di armi sia già sufficientemente restrittiva e permette di intervenire in modo preventivo quando vi sono segnali importanti" e non prevede pertanto un suo inasprimento. La Polizia cantonale “già attualmente esegue regolarmente tutti i controlli possibili in virtù delle norme vigenti e proporzionalmente al personale a disposizione”.

Cimeli nazisti nel poligono frequentato dal 19enne? - A fronte dell’inchiesta in corso e dunque del segreto istruttorio nonché della separazione dei poteri", il Consiglio di Stato non ha potuto rilasciare informazioni sul poligono di tiro frequentato dal giovane, in particolare se fosse o meno frequentato anche da agenti di Polizia oppure se effettivamente disponesse "nella sala adiacente che funge anche da mescita, delle bacheche con cimeli nazisti, come foto di Hitler e oggettistica ispirata al nazionalsocialismo".

I poligoni di tiro in Ticino - In generale, spiega il Consiglio di Stato, i poligoni di tiro presenti sul territorio cantonale soggiacciono alla Legge federale sull’esercito e sull’amministrazione militare (LM; RS 510.10) e pertanto sono collaudati dall'Ufficiale federale di tiro (Confederazione) e autorizzati dall'autorità militare cantonale competente, vale a dire la Sezione del militare e della protezione della popolazione (SMPP). Tuttavia vi sono alcuni poligoni di tiro che non soggiacciono ad alcuna regolamentazione, ad esempio i poligoni per il tiro a volo e privati. Questi poligoni non sono stati omologati dall’Ufficiale federale di tiro e non sono autorizzati dalla SMPP, perché non rientrano nei poligoni di sua competenza. Vi sono però le normative edilizie da rispettare nonché le norme di sicurezza dei poligoni, le quali impongono dei vincoli e limitano le possibilità edificatorie. Lo stesso discorso vale per i disturbi causati dal rumore, i quali sono regolati dall’Ordinanza contro l’inquinamento fonico (OIF) del 15 dicembre 1986.Al momento, sul territorio ticinese si contano tre poligoni privati aperti al pubblico (Bedano, Gordola e Madonna del Piano). Il poligono di Bedano, pur essendo privato, viene utilizzato da società facenti capo alle federazioni di tiro e dalla polizia; rientra pertanto tra i poligoni federativi ed è omologato dall’Ufficiale federale di tiro. I poligoni di Gordola e di Madonna del Piano, essendo direttamente collegati a delle armerie, vengono controllati nell’ambito delle verifiche previste dall’art. 29 LArm e 53 OArm, ciò che non avviene per lo stand di Bedano non essendovi tale attività accessoria. I controlli delle armerie avvengono, conformemente a quanto previsto dall’art. 53 cpv. 2 OArm, ogni 2 anni. Oltre alle esigenze tecniche edili e di sicurezza, essendo considerati impianti fissi ai sensi della legislazione federale in materia ambientale essi devono pure soddisfare i requisiti di protezione fonica.

"La prevenzione prima di tutto" - Secondo il Governo, per prevenire ed evitare stragi (siano esse a carattere terroristico o di "follia omicida") è necessario puntare sulla prevenzione, possibile grazie a risorse strutturali moderne e all’avanguardia. D’altro canto la maggior parte dei tragici esempi di questi ultimi anni dimostrano che per ottenere un bilancio di vittime drammaticamente alto non è necessario l’utilizzo di armi da fuoco.

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