Ticino
Svizzera come la Danimarca: “Centri asilanti in paesi extraeuropei”
Redazione
4 anni fa
In una mozione al Consiglio federale, Lorenzo Quadri chiede di seguire il modello danese, elaborando un progetto di legge che permetta di creare i centri al di fuori dei confini nazionali

La Danimarca ha approvato la scorsa settimana una legge che permetterà di aprire centri di accoglienza per richiedenti l’asilo fuori dal suo territorio nazionale, con l’obiettivo di dissuadere l’arrivo dei migranti nel paese nordico. Ora una mozione al Consiglio federale inoltrata dal consigliere nazionale Lorenzo Quadri (Lega) chiede di fare la stessa cosa e incarica il Governo di sottoporre al Parlamento un progetto di legge per la creazione di centri asilanti in paesi extraeuropei.

“I richiedenti l’asilo in Danimarca”, rimarca il consigliere nazionale ticinese, “verranno alloggiati in Africa in attesa di una decisione dell’autorità sulla loro domanda; ovviamente in strutture rispettose degli standard internazionali. Interessante notare”, aggiunge Quadri, “che la premier danese è socialdemocratica e che il ministro dell’immigrazione, pure socialdemocratico, è figlio di migranti etiopi. Difficilmente, quindi, si possono muovere a Copenaghen accuse di razzismo”.

Secondo il consigliere nazionale leghista la scelta della Danimarca propone diversi vantaggi: l’effetto dissuasivo, con diversi richiedenti l’asilo “che rinunceranno a presentare domanda”; l’evidente risparmio poiché “in Africa si possono realizzare strutture conformi agli standard internazionali, ma anche di standard superiore, a costi nettamente inferiori di quelli europei”; la riduzione di flussi migratori “ingiustificati” di persone che non hanno diritto all’asilo e soprattutto il “recupero dell’essenza del diritto d’asilo, il cui scopo è la “protezione e non l’immigrazione”.

Nonostante la Commissione UE abbia sollevato delle obiezioni al modello proposto da Copenaghen, giudicandolo non conforme alle regole comunitarie, per Quadri non è detto che tale censura porterà all’abbandono del progetto. “Se la Danimarca, Stato membro UE, può adottare un modello come quello sopra descritto, non c’è motivo per cui la Svizzera non dovrebbe fare altrettanto”, conclude Quadri.

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