La reazione
Syndicom sulla ristrutturazione della Posta: "È un giorno nero per il servizio pubblico"
©Chiara Zocchetti
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Redazione
2 mesi fa
Il sindacato prende posizione in merito al piano di trasformazione della Posta. "Non siamo sorpresi, ci sarà un peggioramento del servizio".

"A causa del calo dei volumi non possiamo permetterci 2000 filiali gestite in proprio. Tuttavia, poiché vogliamo essere presenti per la nostra clientela in tutta la Svizzera, ci affidiamo al modello delle filiali in partenariato consolidato ormai da anni. Solo così potremo adempiere anche in futuro al mandato di servizio universale e offrire nella maggior parte dei casi orari di apertura ancora più lunghi". Sono queste le parole con cui Roberto Cirillo, CEO della Posta, citato in una nota odierna del Gigante Giallo, ha annunciato come l'azienda intende tirare dritto con il suo programma di trasformazione delle filiali e la ricerca di 170 collaborazioni per la gestione di altrettanti uffici. Un piano che mette a rischio l'esistenza di 20 uffici postali in Ticino e uno nei Grigioni italiano. In una presa di posizione il sindacato Syndicom chiede di mantenere l'attuale numero di 765 filiali gestite in proprio e invita gli attori politici ad intervenire contro le trasformazioni. Secondo l'organizzazione, deve essere mantenuto un accesso completo e senza barriere ai servizi postali di base. "Non siamo assolutamente sorpresi da quanto comunicato oggi dalla Posta", spiega a Ticinonews Marco Forte, segretario regionale di Syndicom per il Ticino e il Moesano. "La comunicazione odierna è in linea con quanto fatto dall'azienda in passato, visto che nonostante le firme raccolte e il dissenso della popolazione è già capitato che procedesse alla chiusura di un ufficio postale".

I timori del sindacato

La paura del sindacato è che "con queste chiusure ci sia un peggioramento del servizio, in quanto le agenzie non hanno la stessa offerte degli uffici postali". Ma non solo, perché secondo Forte "ci saranno anche delle conseguenze per quanto riguarda il personale, visto che ci sarà una soppressione di molti posti di lavoro". La Posta, oggi, ha comunicato come non può più permettersi di gestire in proprio 2mila filiali. "Secondo noi potrebbe farcela benissimo, l'azienda è in buona salute e ogni anno fa centinaia di milioni di utile. Per questo riteniamo che non dovrebbe intervenire tagliando sui costi, quindi peggiorando il servizio, ma dovrebbe aumentare le entrate".

Si muove anche la politica

Nel frattempo, già da alcuni mesi, il sindacato "ha scritto a tutti i municipi chiedendo di opporsi alle chiusure degli uffici postali. Molti di questi esecutivi ci hanno garantito che faranno di tutto per non perdere la propria filiale". Questo a livello comunale, ma la politica si è mossa anche a livello federale. "Il Consiglio nazionale ha approvato una mozione che chiede che il Consiglio federale elabori una revisione della legge in materia per definire il mandato di servizio universale e il settore di attività della Posta. Ora speriamo che anche gli Stati daranno seguito a quella che è la volontà popolare", ha aggiunto Forte.