Ticino
Tagli alla cultura, Brunschwig: "Ci rimboccheremo le maniche"
©Chiara Zocchetti
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Redazione
4 ore fa
Il Ceo del Locarno Film Festival commenta la decisione della Direzione dello sviluppo e della cooperazione di tagliare i fondi per la diversità culturale a partire dal 2029. "Cercheremo di trovare altre forme di finanziamento".

"Si tratta di un chiaro segnale di impoverimento della cultura in Svizzera". Raphaël Brunschwig, Ceo del Locarno Film Festival, commenta così a Ticinonews la decisione della Direzione dello sviluppo e della cooperazione (Dsc) di sopprimere tutti i partenariati strategici con gli attori culturali in Svizzera a partire dal 2029. Dai tagli, ricordiamo, è colpita anche l'iniziativa Open Doors della kermesse locarnese, che da oltre vent'anni a questa parte apre uno sguardo e sostiene la produzione della settima arte di regioni nelle quali il cinema indipendente è una forma di espressione a rischio. Un'iniziativa che già da quest'anno si è vista ridurre del 25% i finanziamenti della Dsc, suo partner principale. "Faremo tutto il possibile per portare avanti Open Doors, perché siamo convinti della sua forza e della sua importanza", aggiunge Brunschwig, specificando che "forse bisognerà portare avanti il progetto con dei finanziamenti privati".

"Ci rimboccheremo le maniche"

Da quest'anno la Dsc, agenzia che fa capo al Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE), ha già ridotto del 45% il sostegno ai partenariati strategici con gli attori culturali in Svizzera, passando da 3,7 a 2 milioni di franchi all'anno. Una cifra che è ora interessata da ulteriori risparmi. "Come Festival di Locarno siamo in una situazione più forte rispetto ad altre realtà, perché ci rimboccheremo le maniche e cercheremo di trovare altre forme di finanziamento e di rimodellare il nostro progetto per portarlo avanti". Altre realtà più piccole "non lo potranno fare", precisa Brunschwig. In ogni caso "si tratta di un chiaro segnale di impoverimento della cultura in Svizzera, ma anche della produzione cinematografica nell'ambito della cosiddetta diplomazia culturale, dove siamo sempre stati visti come un modello. Il taglio, inoltre, sarà visibile anche a livello internazionale". Da qui l'appello degli attori culturali interessati, che chiedono al Consiglio federale di sospendere la decisione e trovare delle soluzioni condivise. "Non potevamo stare con le mani in mano e non fare nulla", conclude il Ceo del Locarno Film Festival.