
Milano è già sul piede di guerra per lottare contro i 'furbetti delle targhe', ovvero i cittadini residenti in Italia che circolano alla guida di automezzi con targa straniera. Il decreto sicurezza del vicepremier Matteo Salvini non contiene solo disposizioni in materia di immigrazione ma anche un vero e proprio giro di vite alle cosiddette "estero-vestizioni" delle automobili che, appunto, circolano sulle strade italiane con targhe straniere.
Come riferito ieri dal Corriere della Sera, la prima multa milanese è stata comminata venerdì scorso a un automobilista alla guida di una vettura immatricolata in Romania. Il risultato? Un maxi-verbale da 712 euro - ma che può raggiungere fino a un massimo di 2.848 euro - accompagnato dal fermo amministrativo del mezzo e 180 giorni di tempo per mettersi in regola, pena la confisca del veicolo. E l'esempio milanese verrà ben presto seguito da altri Comun i italiani. Automobilista avvisato...
Cosa prevede il decreto – Tramite una modifica di due articoli del Codice della strada, il 93 e il 132, chi ha stabilito la residenza in Italia da oltre 60 giorni non può circolare con un veicolo immatricolato altrove. Chiunque verrà pizzicato a bordo di un’auto immatricolata in un altro Paese, appartenente o meno all’UE (dunque anche la Svizzera), avrà 180 giorni di tempo per immatricolare l’auto in Italia o per portarla nel Paese in cui è immatricolata con un foglio di via provvisorio. Pena, come detto, la confisca del mezzo. L’unico modo per circolare con una targa straniera è che si guidi un’auto di cui non si è proprietari ma che si utilizzi in leasing, a condizione che il conducente abbia un rapporto di lavoro o di collaborazione con l’impresa estera che ha concesso l’auto in locazione, e che l’impresa abbia una sede in Italia. Inoltre il conducente è tenuto ad avere a bordo un documento che attesti il contratto: in caso contrario dovrà pagare una multa che va da 250 a 1'000 euro.
Il boom di targhe bulgare – La prassi di circolare con una vettura con targhe estere pur essendo domiciliati in Italia è stato un escamotage molto utilizzato perché, spiega il 'Corsera', permetteva di non pagare il bollo, di dimenticarsi della revisione, di abbattere il costo dell’assicurazione e di non preoccuparsi di accumulare multe di ogni tipo. Particolarmente gettonate sono le targhe bulgare, vista la difficoltà nel recapitarvi eventuali multe comminate in Italia.
Le notifiche spedite oltreconfine da Palazzo Marino hanno subito una vera e propria impennata negli ultimi anni: dalle 94'000 del 2011 si è passati alle oltre 110'000 del 2017. Le infrazioni più comuni: sosta selvaggia, rossi bruciati, eccessi di velocità, ingresso non autorizzato nelle Ztl. le notifiche spedite fuori confine sono cresciute dalle 94mila del 2011, fino a superare abbondantemente quota 110mila nel 2017, ultimo dato disponibile. In media a pagare è solo un trasgressore su due e le multe vengono annualmente inviate in ben 155 paesi diversi. In testa c'è la Svizzera (oltre 25mila), seguita dalla Germania (15mila) e dagli Stati Uniti (10mila).
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