Mobilità
Tassa di collegamento, il compromesso di Zali
©Gabriele Putzu
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Redazione
4 giorni fa
Il DT ha proposto alla Commissione gestione e finanze un controprogetto per la tassa di collegamento, che esonerebbe i parcheggi dei centri commerciali dalla tassa, mentre i parcheggi aziendali restano assoggettati. Questa mossa è un tentativo di salvare la tassa approvata nel 2016, ma contestata da un'iniziativa popolare. Il controprogetto deve ancora ottenere l'approvazione del Parlamento e potrebbe portare alla sua entrata in vigore all'inizio del nuovo anno.

Era il 2016 quando il 50,7% dei ticinesi approvò la tassa a carico dei generatori di traffico, anche conosciuta come tassa di collegamento. Tuttavia, 19 ricorsi presentati al Tribunale federale nel 2020 la bloccarono temporaneamente, finché vennero respinti dai giudici di Losanna lo stesso anno, dando così il via libera all'introduzione della tassa, allora prevista per il 2022. Ma la pandemia costrinse il Governo ticinese a sospenderla per evitare un sovraccarico a cittadini e imprese in un momento già di per sé difficile a livello economico. La sua introduzione venne quindi posticipata dal Governo al 1° gennaio 2025. E se quindi si pensava di essere arrivati a un dunque, così non è. L’UDC, a fine 2022 – sostenuto da PLR  e Centro – aveva raccolto 16'000 firme per fermare il balzello. Il 6 marzo di quest’anno il Consiglio di Stato ha quindi scritto alla Commissione della gestione e finanze, chiedendo di evadere l'iniziativa popolare. Ad oggi – stando a quanto anticipato dal Corriere del Ticino in base ad indiscrezioni a Palazzo delle Orsoline – pare che il controprogetto proposto dal DT alla Gestione dovrebbe concentrarsi sull’esonerare una delle due categorie paganti. Il testo dovrebbe quindi esonerare dalla tassa i parcheggi dei centri commerciali destinati alla clientela, mentre quelli aziendali resterebbero assoggettati.

Una mossa per salvare il balzello

La proposta – o meglio, il compromesso – del Dipartimento del territorio è quindi una mossa per cercare di salvare il balzello approvato 8 anni fa, ma che oggi deve fronteggiare un’iniziativa che vuole abrogarlo. Se tutto dovesse andare come previsto, Zali risparmierebbe quindi i centri commerciali da tale tassa. Prima di arrivare alle urne, tuttavia, il controprogetto dovrà dapprima trovare l’appoggio del Parlamento ticinese, il quale affronterà una discussione sull’iniziativa popolare che ne chiede l’abrogazione. Questa è attualmente ferma in Gestione e la situazione è pertanto ancora aperta e l’unica certezza è che la tassa dovrebbe entrare un vigore con l’inizio del nuovo anno.

Le 3 ipotesi

Nel mese di marzo, "Il Gran Consiglio", aveva spiegato a Ticinonews Michele Guerra, presidente della Commissione della gestione e finanze, "può decidere di seguire quanto richiesto dall'iniziativa e abrogare la tassa di collegamento, oppure bocciarla e chiamare il popolo a decidere sul suo mantenimento". Ma c'è anche una terza possibilità, ovvero quella di "prendersi più tempo per analizzare la questione e chiedere un'ulteriore proroga sulla sua entrata in vigore". Al momento, aveva precisato Guerra, "non ci sono posizioni chiare dei partiti e la Commissione della gestione tratterà il tema in queste settimane". Il presidente è però certo "che si possa arrivare in aula con una posizione chiara e, a dipendenza di cosa voterà il legislativo, arrivare alle urne in modo da avere un responso chiaro da parte della popolazione e permettere un'entrata in vigore della tassa di collegamento senza problemi".

La tassa di collegamento

La tassa di collegamento, ricordiamo, è un'imposta a carico di chi genera traffico veicolare sulle strade del cantone. Ad essere assoggettati, spiega il Cantone sul proprio sito, sono i proprietari dei fondi o di un insieme di fondi in connessione spaziale o funzionale, sui quali vi sono posteggi per almeno 50 autoveicoli nei Comuni in cui si applica il regolamento cantonale posteggi privati. Esentati, per contro, i posteggi destinati alle abitazioni, agli utenti di strutture pubbliche o d'utilità pubblica, come gli impianti Park&Ride o i posteggi ad uso pubblico non utilizzati da pendolari o non a disposizione in modo preponderante di singole attività.