È ancora in attesa di essere approvato dal Gran Consiglio, ma il Piano Energetico e Climatico cantonale (chiamato anche PECC) prosegue e si pone obiettivi ambiziosi. Il documento – adottato dal Consiglio di Stato l’estate scorsa - delinea una serie di misure che hanno quale obiettivo il raggiungimento dell’indipendenza energetica e della neutralità climatica. A parlarcene iI capo della sezione della protezione dell’aria, dell’acqua e del suolo Nicola Solcà: “Ci sono alcuni provvedimenti già in atto, grazie all’approvazione da parte del Parlamento di importanti crediti nella seconda metà dello scorso 2024 permette di riprendere il programma promozionale. Si riparte a parlarne da gennaio 2025", spiega.
Un lavoro di conferma
Diversi i provvedimenti già in atto, come, ad esempio, il ritorno del credito da cento milioni per il risanamento e la conversione energetica degli edifici esistenti. Strumenti ai quali il cittadino può ricorrere tramite i formulari. Prima, però, gli uffici preposti devono dare priorità all’evasione di oltre mille richieste pendenti. Il Consigliere di Stato e direttore del Dipartimento del territorio Claudio Zali sottolinea gli obiettivi: “Si tratta di confermare quello che esisteva prima: la facilitazione dell’installazione di impianti fotovoltaici e di impianti di riscaldamento che prescindono dall’energia fossile. Abbiamo riproposto quello che c’era prima possibilmente con qualche miglioramento”, ci dice il Consigliere di Stato.
"Il settore bancario non collabora"
Per un progetto, per una politica di questo tipo, servono investimenti. Soldi. E allora non è mancata una critica al sistema bancario, attore importante insieme al cantone e ai privati. Tuttavia, le banche, ha sottolineato Claudio Zali, finora sono quasi totalmente mancate all’appello: “Il ruolo delle banche per finanziare questi interventi è importante. Finora sono quasi totalmente mancate all’appello. Il settore bancario non collabora. L’ipoteca green di Banca Stato, un’iniziativa lodevole, ci ha aiutati, ma si può fare ancora di più”. E aggiunge: “Certo, c’è una soluzione. Bisogna avere il coraggio di rischiare qualcosa in favore di un interesse superiore che in questo caso il miglioramento dell’ambiente e della nostra qualità di vita”, afferma Zali.
Installazione del fotovoltaico
Durante l’appuntamento sono stati ricordati i provvedimenti prioritari già in atto e quelli proposti dal Consiglio di Stato con il messaggio di trasmissione del PECC formulato al Gran Consiglio. "Abbiamo delle norme, in particolare per il fotovoltaico", ricorda Solcà. "Si propone d’installare il fotovoltaico per i nuovi edifici oppure in caso di rinnovo di coperture. Nel 2040 s’intende di muoversi nei confronti di edifici più grandi, ovvero quelli superiori ai 300mq”, spiega.
Si tratta di riorganizzare
Si chiama ‘’Ufficio del Clima e della decarbonizzazione’’. È la nuova realtà nata da una recente riorganizzazione interna alla sezione della protezione dell’Aria, dell’Acqua e del Suolo. Una riordinazione pensata proprio per affrontare meglio le sfide contenute nel PECC: “Sostanzialmente, le competenze di controllo di qualità dell’aria vengono trasferite internamente presso un altro ufficio", afferma Solcà. E ancora: "Si tratta di una riorganizzazione senza aumento di personale".
Fiducia nello sviluppo tecnologico
Lavori in corso, dunque, ma gli elementi giusti per portare a compimento il progetto ci sono tutti. Ancora Zali: “La fiducia va nello sviluppo tecnologico, se si vorrà insistere in questi argomenti. Gli obiettivi fissati sembrano difficili oggi con gli strumenti a disposizione. La speranza è che nel settore dell’immagazzinamento dell’energia elettrica si facciano dei progressi”, dichiara il consigliere di Stato. Dello stesso pensiero anche Nicola Solcà: “In linea generale abbiamo all’orizzonte delle difficoltà. Il Cantone non intende tirarsi indietro su questo tema che ritiene prioritario. Speriamo sia così anche per gli altri attori”.