Ticino
Traffici e abusi dietro alle vendite di cani e gatti online, Besomi: "Da anni lanciamo l'allarme"
Redazione
10 ore fa
Il fenomeno è noto anche alle nostre latitudini. Il presidente della Spab: "Tutto ciò che non è verificabile o di cui non si trovano informazioni precise e sicure, va visto con un occhio di riguardo".

È soprattutto nei periodi di vacanza che molti animali domestici giungono in Svizzera dall’estero. Parlando solo di cani, sono stati quasi 24mila gli esemplari arrivati nel nostro Paese nel corso del 2024. Buona parte in modo legale e "trasparente", ma in altri casi, purtroppo, nell’opacità del traffico di animali. Un fenomeno esacerbato dall’anonimato dei social e degli annunci online, denunciato ieri dalla protezione animali svizzera PSA. Il fenomeno è noto anche in Ticino. "È da parecchi anni che lanciamo l'allarme, tentando di sensibilizzare la popolazione sul fare molta attenzione agli acquisti via internet", spiega ai microfoni di Ticinonews il presidente della Spab Emanuele Besomi. "Spesso si vedono annunci che raccontano storie tristi e drammatiche che vanno a colpire la nostra sensibilità. A volte non si riflette quindi bene su quello a cui si sta andando incontro. Tutto ciò che non è verificabile o di cui non si trovano informazioni precise e sicure, va visto con un occhio estremamente di riguardo".

Scenari drammatici

Tornando alle importazioni, la maggior parte dei cani arriva da Germania, Francia e Italia. Un dato che però nasconde più di quanto possa sembrare. "Queste nazioni vengono utilizzate come punto di passaggio, ma molto spesso gli animali arrivano dall'est Europa, dove vi sono dei canili-lager usati per la procreazione dei cuccioli, i quali vengono poi spediti in situazioni drammatiche e arrivano per la maggior parte morti. I prezzi sono però talmente bassi da far diventare comunque redditizio il trasporto", rileva Besomi. Un’attività spietata che genera decine di milioni di franchi. Spesso questi cani, con documenti e chip falsi, ma anche malattie e comportamenti sgradevoli, finiscono nei rifugi come quello della SPAB. "Sovente ci ritroviamo però con animali senza vaccini né passaporti e, addirittura, con microchip non registrati". Di conseguenza "dobbiamo mettere gli esemplari in quarantena e gestirli con estrema cautela". Anche perché possono diventare un pericolo per i loro simili e per l’uomo. "Una malattia importante è la rabbia, che è mortale per l'animale e per l'uomo. Un animale infetto che entra sul territorio svizzero e morde una persona, la porta quasi sicuramente alla morte. Inoltre, reintroduce una malattia scomparsa da anni alle nostre latitudini".

Come contrastare questo fenomeno

Aspetti di crudeltà, pericoli sanitari ed etici, contrabbando. Sono molteplici le dimensioni toccate da un fenomeno molto difficile da contrastare. "Combattere questo commercio è estremamente difficile, anche perché a volte dietro i traffici vi sono delle organizzazioni criminali". Sicuramente "l'informazione e la sensibilizzazione sono le armi più rapide da utilizzare, ricorrendo a volte anche alla crudezza di mostrare le immagini di cosa succede e cosa devono subire gli animali che arrivano in Svizzera senza i necessari documenti e vaccinazioni. Si parla di mettere un esemplare per 120 giorni in una gabbia, separato dalle persone e dai suoi simili. Già questo dovrebbe essere un contributo molto importante per far capire alle persone a cosa si sottopone un animale che entra nel nostro paese illegalmente", conclude Besomi.

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