Ticino
Traffico e aziende, il Cantone torna a suonare la carica "ma non si può obbligare nessuno"
©Chiara Zocchetti
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Redazione
2 giorni fa
Dopo l’accantonamento della tassa di collegamento il Cantone torna alla carica sulla mobilità aziendale, per contrastare l’annoso problema del traffico. Lo fa proponendo un biennio di eventi per mostrare esempi virtuosi concreti e provare a cambiare la mentalità di molti datori di lavoro.

"La situazione del traffico negli orari di punta mattutini e serali è lì da vedere. Credo che la riduzione del numero di veicoli circolanti vada perseguita in ogni modo, quindi anche tramite la mobilità aziendale". Parola di Claudio Zali, direttore del Dipartimento del Territorio. E per favorire una modifica delle abitudini a livello di mobilità aziendale, oggi il Cantone è tornato alla carica. Lo ha fatto con il primo di una serie di eventi che caratterizzeranno i prossimi due anni e hanno l'obiettivo di mostrare alle ditte alternative concrete a livello di mobilità. "È un’opera di convincimento sia sui datori di lavoro,  sia sui singoli dipendenti che vengono chiamati a modificare le proprie abitudini, e le abitudini sono dure a morire, specie se sul posto di lavoro c’è un comodo posteggio gratuito che ci attende", spiega il consigliere di Stato a Ticinonews, precisando che "questo renderà più problematico il passaggio ad altre forme (magari percepite come meno comode), anche se poi si rimane in coda per molto tempo. Quindi è un po’ un ripartire – dopo aver messo il punto fine alla vertenza sulla tassa di collegamento – e cercare di percorrere comunque questa strada".

L'esempio di Stabio

Il Cantone, va sottolineato, ha deciso di dare un'accelerata a questa iniziativa dopo l'accantonamento della tassa di collegamento. E uno degli esempi portati è quello del Comune di Stabio. "Abbiamo introdotto un sistema di rimunerazione per incentivare i percorsi casa-lavoro a piedi o in bicicletta", ci spiega Viola Ferdani, Responsabile dell'Ufficio energia e sostenibilità. "Poi c’è tutta la politica rivolta alla popolazione, quindi offrire ai cittadini degli incentivi finanziari. Il terzo asse d’intervento, invece, riguarda il lavoro con le aziende. Sono stati analizzati i dati della popolazione di circa 13 aziende, per un totale di circa 3000 dipendenti coinvolti, e stiamo portando avanti delle soluzioni di comparto come, ad esempio, la navetta dell’ultimo chilometro".

Il progetto di Lugano

Ma come trovare l'equilibrio tra l'essere attrattivi per i lavoratori e non intasare le strade cittadine? Lugano cerca di rispondere a questa domanda con il progetto BikeCoin. "Chi va in bici al lavoro", spiega Filippo Lombardi, capodicastero sviluppo territoriale, "può ricevere un incentivo sul foglio paga a fine mese, e questo progetto comunale è estensibile anche ad alcune aziende che collaborano con noi e ci piacerebbe che fossero più numerose".

L'esempio di Ibsa

Se quelli di Stabio e Lugano sono due esempi a livello di aziende pubbliche, Ibsa lo è per quelle private. "Da parecchi anni", afferma il direttore Christophe Direito, "la nostra azienda aderisce e finanzia tutta una serie di misure, per esempio di Arcobaleno, di Carpooling, abbiamo due navette transfrontaliere, una da Como e una da Varese, abbiamo una navetta che fa spola dalla stazione di paradiso al nostro comparto sul pian Scairolo. Quindi tocchiamo un po’ tutte le misure che ci sono per il tragitto casa-lavoro".

I possibili problemi

Il problema, conclude Lombardi, "è che si possono mettere sul tavolo tutti gli incentivi del mondo, ma se uno si ostina a non voler cambiare il proprio approccio personale, non lo si può forzare. E siamo anche in una società libera, non vogliamo forzare la gente con misure restrittive. Però ecco, convincere che si può cambiare mentalità e organizzarsi in modo diverso è uno dei nostri obbiettivi, nel rispetto della libertà, per portare a dei comportamenti virtuosi invece di quelli viziosi a cui siamo abituati".