Ticino
Tre sfide all'orizzonte per l'agricoltura ticinese
Redazione
11 ore fa
Alla Gottardo Arena di Ambrì la Camera cantonale dell'agricoltura ha lanciato l'allarme su veterinaria, filiera del latte e grandi predatori, chiedendo un impegno più deciso delle istituzioni.

Un 2024 positivo e un 2025 ricco di sfide. È la fotografia scattata a Quinto dall'ottantesima camera cantonale dell'agricoltura. "Abbiamo adottato tre risoluzioni che riguardano le condotte veterinarie, la filiera del latte e gli alpeggi non proteggibili dai grandi predatori", spiega a Ticinonews Sem Genini, segretario agricolo cantonale. "Vogliamo che le nostre autorità facciano di più per far capire agli uffici federali che abbiamo grossi problemi, che siamo diversi a livello morfologico, cercando di far capire a loro le nostre esigenze".

Le tre misure

Le tre risoluzioni approvate all'unanimità dalla Camera agraria riassumono alcuni dei problemi più grandi del settore e sono le seguenti. La prima è proposta dalla Federazione Ticinese delle Condotte Veterinarie e vuole rafforzare e beneficiare delle condotte veterinarie sul territorio, "per anche aiutare il veterinario cantonale in alcuni suoi compiti con le malattie che ci sono, come ad esempio la lingua blu - che è già arrivata l'anno scorso e che in primavera ritornerà - o la zoppina per gli ovini", spiega Genini. La seconda è proposta dalla Federazione Ticinese Produttori di Latte (FTPL) e dall'Unione Contadini Ticinesi (UCT) e riconosce che bisogna attuare una visione strategica chiara per una filiera del latte ticinese forte, in seguito a "richieste precise di aiutare la filiera in difficoltà". Infatti "ci sono persino aziende che smettono di mungere perché non si sta più in piedi dopo la chiusura della LATI che", ci ha raccontato il segretario agricolo cantonale, "è diventato un grosso problema e se ne discute spesso". Infine, la terza è proposta dall'Associazione per la Protezione del Territorio dai Grandi Predatori e rende noto il bisogno dell'adozione di misure incisive e urgenti contro i grandi predatori per evitare lo sterminio degli alpeggi non proteggibili, visto che "la nuova ordinanza federale sembrava molto buona, ma a causa della peculiarità morfologica ticinese - dove abbiamo l'80% delle aziende che non sono proteggibili con delle misure di sicurezza contro il lupo - abbiamo dei grossi problemi". Ciò che è richiesto, quindi, è che "le nostre autorità facciano ancora di più e si ricontattino ancora di più gli uffici preposti a livello federale", conclude Genini.

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