Alla fine dell’anno le Ferrovie Luganesi (Flp) dismetteranno la loro flotta per dei nuovi tram costruiti dalla Stadler Rail. Il destino dei vecchi convogli, però, è decisamente poco chiaro. I convogli destinati al Madagascar potrebbero infatti non tornare mai più a percorrere i binari. Come raccontato recentemente dalla SonntagsZeitung, infatti, le spedizioni di treni dalla Svizzera ad Antananarivo non hanno mai avuto molta fortuna. Ora un’inchiesta di Ticinonews, che trovate qui nella sua forma completa, svela alcuni retroscena anche meno chiari.
Abbandonati dal 2004
Grazie a un viaggiatore appassionato di treni siamo riusciti a ottenere delle foto recenti dei primi treni mandati in Madagascar nel 2004. Sono da allora abbandonati su un binario con poche speranze di poter viaggiare. Sono infatti dei treni elettrici in un paese che ha ferrovie esclusivamente mosse dal diesel. Due treni giunti di recente nel Paese, partiti dalle bernesi Rbs, invece hanno una storia anche più complicata. Ticinonews ha scoperto che sono usciti dalla Svizzera senza essere stati bonificati dall’amianto, grazie a una deroga dell’UFAM. L’intenzione sembra che fosse ripulirli in Francia, secondo le nostre ricerche sarebbero arrivati in Madagascar senza che questo sia stato fatto.
“Serve chiarezza”
Quelli della Flp invece, ci ha spiegato il presidente della Arterail, l’azienda francese che sta negoziando l’acquisizione, dovrebbero essere bonificati in Svizzera. Ma la cornice etica dell’esportazione di sette treni che potrebbero rimanere ad arrugginire in un paese del terzo mondo è alquanto cupa. Smaltirli in Svizzera potrebbe costare centinaia di migliaia di franchi, mentre la vendita all’estero potrebbe portare dei guadagni agli intermediari. Proprio per questo, il direttore delle Flp, venuto a conoscenza dei risultati dell’inchiesta di Ticinonews ha spiegato quali saranno le prossime mosse dell’azienda (la cui quota di maggioranza è detenuta da enti pubblici): “Ci informeremo presso Stadler Rail per capire che fine faranno i nostri treni e per avere garanzie che il loro smaltimento o impiego sia chiaro anche dal punto di vista etico”.
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