
Nel primo trimestre del 2025, in Ticino, stando all’Ufficio cantonale di statistica, sono stati immatricolati 4'030 veicoli stradali. Un numero in calo del 9,8% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente: si tratta di 437 veicoli in meno rispetto al 2024. Tutte le categorie hanno registrato un calo. Le automobili sono scese del 10%, i motoveicoli del -9,9%, così come i veicoli per il trasporto di persone (-9,4%), quelli per il trasporto merci (-3,8%), i veicoli industriali (-29,4%) e quelli agricoli (-41,7%). Ma i primi tre mesi dell’anno sono stati complicati anche a livello svizzero, dove si è registrata una netta flessione anche dei veicoli utilitari commerciali, crollati del 17,8% rispetto allo stesso periodo del 2024. Lo rivelano i dati dell’associazione degli importatori svizzeri di automobili. In questo caso, a incidere, è stata l’incertezza generata dai dazi doganali statunitensi. La guerra commerciale si è riflessa a cascata su molte aziende che hanno deciso di rimandare investimenti importanti, come il rinnovo del parco auto. Nei veicoli utilitari leggeri si registra una diminuzione del 13,7%. Infatti, le nuove norme sulle emissioni di CO2 introdotte retroattivamente dal Consiglio federale impongono obiettivi più rigidi, spingendo le case automobilistiche a espandere la gamma di modelli elettrificati. Simile la situazione per i veicoli utilitari pesanti, che fanno segnare una contrazione del 18,7%. Da segnalare infine il calo particolarmente marcato nei camper: -90% rispetto al primo trimestre 2024. Il dato era comunque atteso e segna la fine di un ciclo avviato durante la pandemia, quando le vendite erano esplose. A Ticinonews ne abbiamo parlato con il direttore di UPSA Ticino Marco Doninelli, che conferma il trend.
Incertezze e scarso potere d’acquisto
“Sono stati tre mesi con dei numeri in calo per le vendite di auto nuove, e tutti i generi di veicoli. Quindi ha colpito tutto il settore”. E anche se c'è chi cita i dazi, Doninelli la pensa diversamente. “A mio avviso non è proprio colpa dei dazi. Quando parliamo di veicoli, in particolari quelli utilitari, questi vanno ordinati mesi prima dell’immatricolazione. Quindi, oggi stiamo pagando i prezzi degli ordini che sono mancati a fine 2024, quando dei dazi non se ne parlava praticamente. A mio avviso, a influire direttamente è quindi piuttosto l’incertezza generale riguardo la situazione geopolitica e le guerre, così come il potere d’acquisto”. Il parco veicoli in Svizzera è inoltre già abbastanza saturo. “Assolutamente. Non si tratta quindi di un mercato che è in crescita, bensì di un mercato di sostituzione. Questo significa che non si va ad aumentare il numero di auto in circolazione, perciò nei momenti difficili viene meno la necessità di cambiare la propria auto generando conseguentemente un calo delle immatricolazioni”. Tutta questa riduzione del ricambio porta inevitabilmente a un invecchiamento del parco veicoli. “In Ticino bisogna calcolare che fino a un paio d'anno fa si parlava di un’età media di 8 anni per veicolo. Oggi è di quasi 10 anni”.
Camper, dopo il boom il calo
Ad essere impressionante c’è anche il dato relativo ai camper: un -90% nel primo trimestre. “Il confronto è stato fatto a partire dal 2022, dove si era registrata un’esplosione delle vendite a causa della pandemia, dove la gente preferiva una vita da campeggio piuttosto che un hotel. Perciò il confronto corretto andrebbe fatto con gli anni antecedenti il Covid-19. Probabilmente qualcuno ha già messo in vendita come occasione il suo acquisto di due anni fa, riducendo quindi gli acquisti di camper nuovi. La moda del camper, tuttavia, sembra già essersi sgonfiata”.
Prezzi in aumento? “Non sarebbe conveniente per nessuno”
Tornando ai dazi, ci sono già magari i primi segnali? “Nel campo della vendita di auto non direi, almeno direttamente. I dazi stanno influenzando piuttosto quelle che sono le industrie legate al settore dell'automobile. In Svizzera abbiamo diverse aziende che si occupano di componenti di automobili o di macchinari che servono per la fabbricazione di quest’ultime. E sembrerebbe che l’effetto dei dati loro lo stiano già sentendo. Le ordinazioni da parte di aziende americane di pezzi di ricambio sono infatti in stand-by, perché non si sa bene cosa succederà con i dazi”. E questo influirà sui prezzi finali delle auto? “Anche qui, dal mio osservatorio, non ho indicazioni relative al fatto che il prezzo delle auto stia aumentando. Davanti a queste cifre di vendita in calo è chiaro che anche gli importatori e fabbricanti devono fare attenzione a non aumentare i prezzi, perché siamo già in difficoltà e quindi non sarebbe la mossa più azzeccata. Anzi, mi sento di dire che in questo momento si possono fare ottimi affari con condizioni più vantaggiose”.
Auto cinesi in Svizzera
Ma i dazi in generale potrebbero facilitare l'arrivo, o l'espansione, dei marchi cinesi in Europa? A breve comincerà infatti a vendere in Ticino BYD con due concessionarie. “Bisogna dire che l’Europa ha messo dei dazi sulle auto cinesi vendute in Europa. Quindi, quello dei dazi per le auto cinesi è un problema già conosciuto. È vero che la Svizzera ha un accordo di libero scambio con la Cina, quindi non dovrebbe essere soggetta a questi dazi. Però non è molto chiaro, perché la Svizzera dipende comunque dall'Europa per le importazioni. In effetti le auto cinesi in Svizzera non sono ancora così presenti, ma stanno arrivando”. Ma queste auto potrebbero colpire il mercato occidentale? Sono affidabili? “Dato che non sono ancora così presenti non le conosco a fondo, ma sono curioso di vederle quando saranno sul mercato. Sicuramente, da quello che si sente, sono auto molto affidabili, molto ben fatte e di qualità, quindi ci sarà una concorrenza”, ha concluso Doninelli.