
Dal video virale delle “Maldive di Milano”, le vicissitudini turistiche della Val Verzasca tornano ogni estate alla ribalta della cronaca. Questa volta la polemica è stata rilanciata da una foto circolata sui social in questi giorni, che ritrae una fila serrata sul “Ponte dei salti” a Lavertezzo, dove in realtà ad essere ritratti non sono tanto dei turisti ma gli studenti della Franklin University. Anche se il senso dell’immagine cambia, non cambia molto il problema: visto che dallo stesso luogo si intravede sempre un certo movimento e, come confermato dal sindaco di Verzasca Ivo Bordoli ai microfoni di Teleticino, ci sono stati momenti in cui sul ponte c’era davvero la fila: “Come dico sempre è croce e delizia”, ha dichiarato, “da una parte abbiamo tanto turismo ad aumentare le entrate della valle, dall’altro abbiamo problemi di traffico non indifferenti. Nei momenti peggiori abbiamo dovuto predisporre dei securitas per la direzione del traffico, che peraltro paghiamo sempre noi anche se la strada è cantonale. Ultimamente abbiamo anche scritto una lettera all’indirizzo del Cantone per entrare in discussione su questa problematica”.

Segnalazione dei parcheggi liberi, ma si vuole il contingentamento
Quale sarebbe una buona soluzione? “Le situazioni sono difficili da attuare in tempi brevi, al momento abbiamo i securini che dirigono il traffico nei momenti di punta. Adesso stiamo provvedendo a piazzare dei pannelli luminosi nel Piano che segnalano l’occupazione dei parcheggi di aree verdi. Quindi magari si cerca di dissuadere alcuni turisti dal salire, se vedono che queste piazze sono occupate o quasi tutte occupate”. Un cerotto che dovrebbe essere attivato entro l’estate 2022, ma nella valle ci si vorrebbe spingere oltre: “Abbiamo fatto domanda al Cantone per vedere se c’è la possibilità di contingentare il traffico quando arriva a un massimo sostenibile, lasciando salire solo i residenti in quelle situazioni. Però”, conclude, “sappiamo che sarà un’idea non facile da sbloccare”.
Verzasca come Venezia?
Le idee non mancano, ma forse le basi legali sì. Il problema è di stretta attualità e proprio in questi giorni Venezia ha deciso di far pagare un biglietto d’accesso ai turisti, che dovranno addirittura passare attraverso dei tornelli. Ma che genere di turismo si vorrebbe in Verzasca? “Chiaramente vogliamo il turismo in ogni caso, naturalmente bisogna regolamentarlo perché non abbiamo tante strutture ricettive, quindi bisognerà trovare soluzioni magari aumentando o rendendo più attrattivi ostelli e case di vacanze”.
Intervistato sulle possibili nuove misure a Ticinonews, Alessandro Speziali (granconsigliere e coordinatore del “Masterplan Verzasca”) ha confermato di aver richiesto un parere giuridico al Cantone per capire se è possibile contingentare gli ingressi e se tale soluzione permetta “di rispettare non solo i residenti ma anche la qualità del territorio”. Per quanto riguarda l’ipotesi pedaggio “questo è molto più difficile vista la strada cantonale, inoltre oltre alla questione giuridica c’è anche una questione di approccio, che creerebbe inoltre maggiori problemi logistici”. Anche qui si vuol far prevalere il turismo stanziale rispetto a quello “mordi e fuggi”.
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