
Potrebbe ammontare ad alcuni milioni di franchi la maxi truffa delle carte truccate ai tavoli del black jack organizzata ai danni del Casinò di Lugano. Una prima stima indicava un raggiro tra i 200 e i 300 mila franchi. Una somma che però, secondo alcune proiezioni basate sulla durata delle operazioni illecite, potrebbe essere molto più rilevante. Ma per ora è d’obbligo il condizionale. Niente condizionale invece per quanto riguarda gli arresti degli ultimi giorni. Si allarga infatti il fronte dell’inchiesta della magistratura. Inchiesta che ieri sera ha fatto scattare le manette ai polsi di una quinta persona. Si tratta di un italiano sulla quarantina domiciliato in Ticino. L’uomo, un esterno alla casa da gioco luganese, si è costituito presentandosi spontaneamente alle autorità inquirenti. Successivamente il procuratore pubblico Moreno Capella ne ha ordinato l’arresto, già conferato dal Giar. Due giorni fa invece a finire in carcere è stato un 35enne italiano, residente a Lugano che dopo i primi interrogatori si è dichiarato commerciante e non ha ancora fornito elementi rilevanti sul suo coinvolgimento nella vicenda. Il lupo però sembra perdere il pelo ma non il vizio. E il vizio in questione è proprio quello della truffa. Il 35enne infatti, considerato la mente dell’organizzazione malavitosa, sarebbe già stato coinvolto in un raggiro simile. Un raggiro da circa 4 milioni di euro messo a segno al Casinò di Portorose in Slovenia, tra il 2006 e il 2007. Una quindicina le persone implicate in quella truffa che avveniva principalmente al gioco delle carte "Punto e banco" dove abitualmente la posta in gioco è decisamente elevata. Il nome del 35enne inoltre figurava sulla lista di proscrizione del Casinò di Campione d’Italia, che aveva dichiarato nei suoi confronti un divieto d’entrata. Ricordiamo infine che le altre tre persone implicate nel raggiro ai danni del Casinò di Lugano (l'ex responsabile dei giochi e due dipendenti) sono finite in carcere all’inizio del mese di febbraio. [email protected]
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