Economia
Trump spinge sui dazi, Modenini: "Mi preoccupa ciò che può fare verso l’UE, nostro partner principale"
Redazione
9 ore fa
Con il direttore dell’Associazione Industrie Ticinesi analizziamo i sentimenti delle imprese locali di fronte alle minacce del tycoon. "Se Trump mettesse dei 'balzelli' all’Europa ne potremmo risentire anche noi".

Da diversi giorni si parla ormai quasi apertamente di guerra sui dazi, tema salito alla ribalta in particolare dopo l'insediamento di Donald Trump a 47esimo presidente degli Stati Uniti d'America. Per cercare di capire quale impatto possono avere sull'Europa e sulla Svizzera le decisioni che prenderà il tycoon, Ticinonews ha contattato il direttore dell’Associazione Industrie Ticinesi (Aiti) Stefano Modenini. “Abbiamo già vissuto questa esperienza nella precedente amministrazione Trump e i risultati di quella politica non furono un granché neppure per gli Stati Uniti", ci dice Modenini. "Tuttavia, è chiaro che dobbiamo comunque preoccuparci per una serie di motivi: prima di tutto, questi dazi non sono immaginati solo da un punto di vista commerciale, ma hanno anche degli obiettivi politici. Il tycoon vuole essere stabilmente il primo venditore di petrolio nel mondo, ma ha anche la necessità di incrementare le esportazioni di prodotti agricoli. E qui si scontra con la politica europea, ma anche svizzera, che tende invece a creare delle barriere". I dazi, inoltre, sono un’arma a doppio taglio "perché se vengono applicati a dei prodotti esteri, questi divengono più cari, ma gli USA hanno anche bisogno di importare tutta una serie di merci dall’Europa". L’effetto che si può generare, quindi, "è di un aumento dei prezzi, con la conseguenza di mettere in difficoltà il cittadino americano stesso".

I rischi per la Svizzera

Al momento non è stata presa alcuna decisione, ma già delle semplici dichiarazioni possono avere un certo peso. “Indubbiamente. Noi, come Svizzera, siamo un paese che non ha materie prime e ci basiamo quindi in maniera importante sull’export. Non dobbiamo preoccuparci perciò solo dei dazi che potrebbero colpirci direttamente; se Trump mettesse dei 'balzelli' all’Europa, sia sui Paesi sia su materiali come acciaio o alluminio, ne potremmo risentire anche noi, poiché a nostra volta produciamo componenti per l’industria europea", rileva Modenini.

"Le aziende cercheranno di reagire"

Trump è stato eletto in novembre e il tema dei dazi non rappresenta quindi una novità per l'Europa e per la Svizzera. "È chiaro che non dobbiamo banalizzare quanto sta succedendo, ma è altresì necessario aspettare delle decisioni vere e proprie. Per il tycoon non è evidente applicare dei dazi; probabilmente lo farà più duramente verso i Paesi confinanti e la Cina". Tuttavia "occorre ricordare che gli USA sono un esportatore di soia in Cina e nella precedente amministrazione Trump, lo Stato asiatico reagì riducendo fortemente le importazioni di questo prodotto, con il tycoon che, di conseguenza, allentò un po’ la morsa". Adesso "bisogna vedere come si posizionerà l’amministrazione e quali decisioni pratiche prenderà. Le aziende cercheranno poi di reagire di conseguenza. A me, come detto, preoccupa soprattutto quello che il neopresidente può fare verso l’Ue, che è il nostro partner commerciale più importante”, conclude Modenini.

L'intervento completo di Stefano Modenini: