Cantonali 2023
Tutto quello che dovete sapere per votare
© Cdt/Tatiana Scolari
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Thomas Schürch
2 anni fa
È possibile votare una lista e non i singoli candidati o viceversa? Quanto conta un singolo voto? Tutte le informazioni nel decoder di Ticinonews.

Manca sempre meno all’appuntamento elettorale cantonale: il 2 aprile, tra meno di una settimana, i cittadini e le cittadine ticinesi saranno chiamati alle urne per rinnovare i cinque membri del Consiglio di Stato e i 90 del Gran Consiglio per la legislatura 2023-2027. Dopo avervi presentato ieri i partiti, oggi Ticinonews vi fornisce tutte le informazioni su come votare e su come vengono conteggiati i voti.

Il sistema proporzionale

In Ticino vige il sistema proporzionale: l'attribuzione dei seggi per il Consiglio di Stato e il Gran Consiglio tiene conto della forza percentuale ottenuta dai partiti. Il calcolo non avviene sulla base dei voti ottenuti da ogni singolo partito, ma dai suffragi attribuiti ai candidati in questi termini: per il Governo il valore della scheda corrisponde a 10 suffragi (due per candidato), mentre per il Gran Consiglio a 180 suffragi (sempre due per candidato). Sulla scheda si può esprimere il proprio voto per la lista del partito o per la lista senza intestazione. Per i candidati, è possibile indicare un numero di preferenze pari al numero dei seggi da attribuire (90 per il Gran Consiglio e 5 per il Consiglio di Stato). Le preferenze possono essere attribuite sia a candidati della lista prescelta sia a quelli di altre liste.

Come funziona

Ci sono due opzioni: l'elettore può esprimere il proprio voto per la lista del partito o per la lista senza intestazione. Se l'elettore intesta la sua scheda a un partito, avrà immediatamente attribuito 5/10 per il Consiglio di Stato e 90/180 per il Gran Consiglio del valore della sua scheda al partito stesso, perché avrà dato automaticamente un suffragio a ognuno dei candidati del partito scelto. L'elettore potrà a questo punto attribuire i 5 voti preferenziali personali ai candidati del medesimo partito, oppure di altri. Ogni voto dato a un candidato della lista scelta porterà alla stessa lista 1/10 per il Consiglio di Stato e 1/180 per il Gran Consiglio di valore in più. Se l’elettore accorderà la preferenza a candidati di altri partiti, attribuirà invece lo stesso valore di 1/10 di scheda per il Consiglio di Stato, rispettivamente 1/180 per il Gran Consiglio, al partito di appartenenza del candidato prescelto. Se infine non dovesse utilizzare tutte e 5, rispettivamente tutte e 90, le possibilità di preferenza personale, i suffragi non espressi andrebbero a beneficio della lista intestata. Per quanto riguarda la seconda possibilità, l'elettore può rinunciare a intestare la scheda a un partito, oppure indicare la lista "senza intestazione". In questo caso, può esprimere fino a un massimo di 5, rispettivamente 90, voti preferenziali personali ai candidati delle diverse liste. Non è quindi possibile doppiare un candidato. Tuttavia, ai fini della ripartizione dei seggi, l'elettore avrà scelto di attribuire, per ogni candidato, 2/10 rispettivamente 2/180 del valore della sua scheda al partito di appartenenza del candidato. La scelta di votare la lista "senza intestazione", che sembra essere sempre più diffusa negli ultimi anni, può quindi condizionare fortemente il risultato finale. Qualora l'elettore dovesse optare per la lista "senza intestazione" ed esprimere un numero di preferenze personali inferiore a cinque, rispettivamente 90, i suffragi non espressi (voti in bianco) non verrebbero attribuiti e non entrerebbero nel calcolo della ripartizione dei seggi.

Validità della scheda

Sulla scheda che reca il voto ad un partito, se i voti preferenziali ai singoli candidati superano il limite massimo consentito, tutte le preferenze sono annullate: la scheda è valida e viene considerata come "secca"(conta solo il voto dato al partito). Se invece l'elettore vota singoli candidati senza attribuire il voto a una lista, la scheda è considerata valida e attribuita alla lista senza intestazione. Infine, se si votano i singoli candidati ma si sfora il limite massimo senza attribuire il voto a una lista, la scheda è considerata nulla. 

Un anno da record

Sono ben 916 le persone che si sono messe a disposizione del Parlamento cantonale per le cantonali del 2023. In totale sono state consegnate 14 liste per il Gran Consiglio e 10 per il Consiglio di Stato. I candidati per il Governo sono 49. Tra i nomi per il Gran Consiglio e il Consiglio di Stato si sfiorano quindi quasi le 1'000 candidature, cifra mai vista prima. Per quanto concerne l’equa rappresentanza dei sessi, rispetto alle ultime elezioni cantonali (2019) si nota un aumento della percentuale di donne presenti in lista: a livello di Esecutivo si è passati dal 31% al 37%, mentre per il Legislativo il dato è cresciuto dal 36% al 40%. Le liste più “eque” in termini di sesso, età e provenienza geografica dei candidati sono quelle di PS e Verdi. Quelle meno equilibrate sono invece Montagna Viva, Dignità ai pensionati e Più Donne.

Il primato di Vernate

Una curiosità: Vernate, comune malcantonese che conta poco più di 600 abitanti, è il comune ticinese con la più grande densità di candidati al Gran Consiglio: 8,2 candidati ogni mille abitanti. Dopo Vernate, seguono Ronco sopra Ascona e Manno. Passando alle città, notiamo un panorama politico meno variegato. I 177 candidati di Lugano rappresentano per esempio un quinto delle scelte possibili. Seguono Bellinzona (113), Locarno (44), Mendrisio (37) e Capriasca (26).

I candidati "forestieri"

Se quattro anni fa i candidati “forestieri” erano 4 (nessuno dei quali è stato eletto), quest’anno se ne contano 14; nove provengono dal resto della Svizzera e 4 dall’estero (2 dalla Francia, 1 dall’Italia e 1 dalla Croazia). In caso di elezione avranno tre mesi di tempo per spostare il loro domicilio in Ticino.

Un risultato scontato?

Secondo la seconda (e ultima) proiezione elaborata da Ad Hoc per la RSI, i quattro consiglieri di Stato uscenti che si ricandidano (il centrista Raffaele De Rosa, il liberale Christian Vitta e i leghisti Norman Gobbi e Claudio Zali) dovrebbero essere rieletti. Il quinto e ultimo seggio dovrebbe venire invece occupato dalla socialista Marina Carobbio, pronta a subentrare al collega di partito Manuele Bertoli. Venendo al Parlamento, dovrebbero diminuire i seggi della Lega a vantaggio dell’UDC. Sono dati in calo anche i seggi del PS. Situazione, quest’ultima, che rappresenterebbe un vantaggio per i partiti "minori" già presenti in Gran Consiglio, ma anche per Avanti con Ticino&Lavoro e per i Verdi Liberali, che potrebbero entrare per la prima volta nel Legislativo cantonale. PLR, Centro e Verdi sembrano invece destinati a mantenere i loro numeri, con i liberali prima forza politica del Parlamento. Non resto dunque che attendere: tra una settimana avremo tutte le risposte.

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