Ticino
Uffici postali, "Metà dei comuni interessati pronti ad opporsi alle chiusure"
Redazione
13 giorni fa
Venerdì il direttore generale della Posta ha annunciato le sue dimissioni, ma intanto prosegue il piano di trasformazione del Gigante Giallo che vuole chiudere 170 filiali in Svizzera entro il 2028, 21 nella Svizzera Italiana. Abbiamo fatto il punto della situazione con Marco Forte, segretario regionale di Syndicom per il Ticino e il Moesano.

Venti uffici postali a rischio in Ticino e uno nei Grigioni italiano. Sono le filiali potenzialmente interessate dal piano di trasformazione della Posta che toccherà 170 filiali entro la fine del 2028 in tutta la Svizzera con il Gigante Giallo che vuole, entro tale data, che la rete di uffici sia composta da circa 600 filiali gestite in proprio e 1400 filiali in partenariato. "Il Ticino è il cantone più colpito da questa misura, che comporta anche una soppressione importante di posti di lavoro e un peggioramento del servizio, soprattutto per le persone più anziane", spiega a Ticinonews Marco Forte, segretario regionale di Syndicom per il Ticino e il Moesano.

"Più della metà dei Comuni interessati ci ha scritto"

A fine ottobre la Posta ha pubblicato la lista delle filiali interessate dalle possibili chiusure e da quel momento Syndicom ha scritto ai Municipi dei comuni che potrebbero restare senza ufficio postale. "Più della metà ci hanno contattato per dirci chiaramente che non sono disposti a chiudere l'ufficio postale e che faranno di tutto per mantenerlo". Un comportamento che "dimostra come l'ufficio postale sia un servizio apprezzato dalla popolazione e che la scelta di chiuderli è più dettata da logiche di profitto che di servizio pubblico". Altri comuni, invece, "non hanno contattato il sindacato, ma questo non significa che siano d'accordo con il piano del Gigante Giallo", aggiunge Forte.

"I Municipi non possono impedire una chiusura"

L'attuale legge, aggiunge Forte, "permette alla Posta di avere l'ultima parola sulla chiusura degli uffici postali, quindi i municipi possono ritardare il momento in cui verrà abbassata la serranda, ma non impedire lo smantellamento della filiale". In ogni caso a livello di politica federale "Il Consiglio nazionale ha approvato una mozione che chiede che il Governo elabori una revisione della legge in materia per definire il mandato di servizio universale e il settore di attività della Posta. Ora speriamo che anche gli Stati daranno seguito a quella che è la volontà popolare".

L'addio di Cirillo

Ieri il Ceo della Posta, Roberto Cirillo, ha annunciato le proprie dimissioni. Per Forte "quando ci sono aziende come il Gigante Giallo, che appartengono al 100% alla Confederazione, non è mai facile capire se sia una mossa voluta dal diretto interessato o richiesta dal Consiglio federale". In ogni caso il sindacalista si dice preoccupato "perché attualmente il servizio pubblico è sotto attacco, le condizioni di lavoro anche, e ora bisognerà vedere chi subentrerà a Cirillo alla guida della Posta".