
L'Osteria Uliatt di Chiasso chiuderà. Lo ha comunicato questa mattina la Fondazione Diamante. Una decisione che rende "inutile il corale appello per salvarlo", scrivono in una nota i promotori della petizione che chiedeva alla Fondazione di "rivedere la decisione e mantenere aperto il luogo di incontro e interscambio".
"Resta il rammarico"
I promotori della petizione che ha raccolto 5'112 firme "non possono entrare nel merito degli aspetti socio-educativi, che spettano unicamente alla Fondazione". Ma "resta il rammarico per la perdita di un punto di incontro tanto apprezzato da tutti, un luogo di integrazione, di serenità e di consapevolezza". Lo scrivono spiegando di "ritenere che alcune scelte, strettamente legate alle nuove restrizioni finanziarie fissate dall'autorità cantonale, costringano le Fondazioni che operano per conto dello Stato a massimizzare e rispettare dei criteri imposti. Ovvero, creatività ed elasticità divengono così termini banditi, impedendo progettualità e innovazione".
"Fieri di quanto fatto"
Nella nota firmata da Moreno Colombo, Stefano Tonini, Daniele Raffa, Tiziana Grignola, Edo Cavadini e Luigi Rigamonti, i promotori si dicono "fieri di aver dimostrato la vicinanza di tanti cittadini ai ragazzi e agli educatori che con impegno e determinazione, senza mai dimenticare un sorriso, hanno tenuto in vita l’Uliatt". La decisione di chiudere l'Osteria "va accettata, ma priva Chiasso di un luogo irreperibile". Tuttavia, per il futuro "resta la speranza che grazie alle autorità comunali si possa, insieme ad altre associazioni presenti sul territorio, progettare un nuovo ritrovo dove l’interazione, l’inclusione, la vicinanza siano realmente fruibili da chiunque".