Ticino
Un 2024 politico tra conti e scontri
©Chiara Zocchetti
©Chiara Zocchetti
Redazione
2 giorni fa
Dalla pianificazione ospedaliera alle proposte per potenziare la giustizia, passando per le bocciature di tassa di collegamento e progressione a freddo, l'anno della politica cantonale è stato contraddistinto da tante frizioni e pochi cambiamenti. Ticinonews propone una sintesi dei dossier che hanno fatto più discutere.

È iniziato con venti ore di proclami sui conti in rosso del Cantone. È finito più o meno allo stesso modo. Si può dire: il 2024 politico in Ticino non sarà ricordato come l’anno della svolta, anzi. Persino quei pochi dossier sostenuti, con le dovute eccezioni, da destra a sinistra, come la pianificazione ospedaliera, hanno superato la prova del voto con un entusiasmo ai minimi storici. Definita “poco coraggiosa”, introduce sì delle quote minime per l’ottenimento dei mandati, ma non salverà la popolazione ticinese dall’agonia dei premi, soprattutto dopo i dieci milioni di tagli ai sussidi di cassa malati approvati nella stessa sessione prenatalizia. Un regalo indigesto a migliaia di famiglie, il cui destino dipenderà ora dalla raccolta firme lanciata dalla sinistra con i sindacati. Non il leitmotiv della seduta, bisogna precisare. Diversamente dallo scorso febbraio quando, con due mesi di ritardo, la piazza in fermento e appuntamenti con le urne in vista, il Parlamento ha approvato il Preventivo 2024 senza il taglio ai sussidi proposto dal Governo e senza il contributo di solidarietà chiesto ai dipendenti pubblici, ma con la non sostituzione del 20% dei partenti.

Critiche e bocciature

Oggi ad essere in fermento sono più i Comuni e le Città, che accusano il Cantone dei loro mali: dalle finanze in crisi alla mancanza di autonomia. Autonomia rivendicata anche dai corpi di polizia dei Comuni polo che, ancor prima di iniziare la consultazione, nelle scorse settimane hanno “bocciato” la riforma dipartimentale. Un po’ come quando a fine settembre la maggioranza della Commissione della Gestione ha bocciato la tassa di collegamento e la revisione della progressione a freddo che il Consiglio di Stato presentò il giorno dopo. Chi ha tempo, non aspetti tempo, anche se il taglio alla spesa per la pedagogia speciale presentato come misura compensativa a due minuti dalla mezzanotte è stato in seguito rispedito al mittente dalla maggioranza parlamentare.

Il capitolo giustizia

A proposito di solerzia, una menzione in tal senso la merita la sottocommissione Giustizia, che per tutta l’estate ha lavorato a una serie di proposte atte a migliorare e potenziare il terzo potere, come il sostituto procuratore o criteri più severi per l’idoneità dei potenziali magistrati. Sotto l’albero i deputati hanno trovato il rapporto del Governo: si attendono ora i riscontri, nonostante qualcuno abbia già storto il naso. Vi figura anche il piano B logistico dopo la sonora bocciatura ai 76 milioni per la Cittadella della giustizia dello scorso 9 giugno. Una domenica in cui la maggioranza del Governo si è consolata con il "sì" alla riforma fiscale avversa alla sinistra per gli sgravi agli alti redditi.

Appuntamento al 2025

Luce verde, benché risicatissima, anche al compromesso per compensare le pensioni statali combattuto al contrario dalla destra. Destra che non demorde e, insieme a esponenti borghesi, ha raccolto le firme per ridurre il numero dei dipendenti pubblici. Se del caso, deciderà forse il popolo. Quel popolo sempre più scollato dalle Orsoline, dove il 2024 politico si è concluso così: un po’ com’era cominciato, con ancora tante questioni in sospeso e nessuna che fa l’unanimità. È la frammentazione, o forse la mancanza di una visione sistemica, per usare l'espressione scelta dal consigliere di Stato Christian Vitta durante il Preventivo. Ciò che sembra sia mancato in seno allo stesso Governo con il dossier sul futuro ospedale alla Saleggina: i problemi pianificatori erano noti da anni, ma nessuno si ricordò di specificarli al Gran Consiglio. Appuntamento al 2025. 

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