
Questa foto, pubblicata qualche giorno fa sulla pagina Facebook Giovani Creativi Ticinesi, sta facendo discutere. La benna di un camion stracolma di cataloghi artistici nuovi destinati allo smaltimento, infatti, ha un forte impatto su chi la guarda. Si tratta di cataloghi dei musei di Lugano, volumi che quando sono in vendita hanno un prezzo non indifferente.
E infatti nei commenti sul social c’è chi chiede come mai non siano stati regalati o svenduti o posti nelle bibliocabine. Per capire qualcosa in più abbiamo contattato Tobia Bezzola, direttore del Museo della Svizzera italiana: “Dopo la fusione del museo cittadino con quello cantonale, non avevamo ancora riunito la biblioteca. Facendolo abbiamo scoperto vecchi cataloghi che erano nei depositi da anni e anni”, ci racconta.
Ma un’altra soluzione non c’era? “Nel mondo d’oggi un mercato dei libri usati non esiste più, inoltre l’interesse dei cataloghi è legato alla mostra, in seguito interessano solo agli studiosi”, continua Bezzola. “Li abbiamo dati anche gratis. Chiaramente è un peccato, però se nessuno li vuole c’è poco da fare”. E, aggiunge, il problema degli spazi nei depositi è un problema per tutti i musei, che a un certo punto lo devono risolvere. Così, per quanto d’impatto sia la fotografia, “capita sempre”. L’interesse manifestato dalle persone su Facebook suggerisce però un’idea al direttore del Masi: “Forse dovremmo pubblicare sul sito del museo l’offerta di cataloghi usati o scartati”.
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