Ticino
Un “latte onesto” per combattere la crisi
Marco Jäggli
4 anni fa
A fronte di un costo di produzione attorno al franco, il produttore di latte ticinese guadagna 45 centesimi per ogni litro venduto. La cooperativa Faireswiss si propone di difendere la categoria, perché tanti stanno abbandonando l’attività

Graziano Bulloni è titolare di un’azienda agricola di Isone, un lavoro che ha ereditato dal padre e che lo impegna 12 ore al giorno, con solo la moglie al suo fianco. Questo perché, per chi lavora nella produzione del latte, è sempre più difficile potersi permettere dei collaboratori, tanto da rendere difficile mandare avanti l’attività. I prezzi del prodotto sono ormai precipitati e i diretti interessati faticano a coprire i costi: in Ticino infatti, per ogni litro di latte venduto vengono versati 45 centesimi al produttore, laddove il costo di produzione è valutato attorno al franco per la stessa quantità. Da circa un anno, tuttavia, in Svizzera è diventata operativa FaireSwiss, una cooperativa nazionale di categoria presente sul posto per presentare la sua iniziativa “latte onesto”: “La situazione del latte in Svizzera è catastrofica per i produttori”, ha spiegato Mariana Paquin, responsabile marketing Faireswiss, a Teleticino, “in 10 anni c’è stato una grave calo e tanti hanno abbandonato l’attività. La nostra associazione è nata proprio per aiutare questa categoria di lavoratori e risolvere la situazione”.

“Temiamo per le generazioni future”
Paquin aggiunge inoltre che “oggi, per poter sopravvivere, i produttori di latte sono spesso costretti a fare un altro tipo di lavoro, per esempio spaccare le pietre. Abbiamo bisogno di un agricoltura forte e duratura in Svizzera”. Perché, come già detto, il calo dei prezzi sta influendo sull’economia delle singole aziende: “Oggi il latte lo vendiamo a meno di mezzo franco, quando trent’anni fa il prezzo per noi era di un franco al litro”, lamenta Bulloni, “quindi c’è qualcosa che non quadra nel settore caseario in Svizzera. Con 45 centesimi è quasi impossibili programmare degli investimenti, siamo al limite della sopportabilità”. Bulloni che aggiunge di non essere preoccupato solo per sé, ma soprattutto “per le generazioni successive”.

Anche parte della politica è intervenuta a dire la sua, come testimoniato dalla presenza del Presidente nazionale dell’Udc - o ex partito agrario - Marco Chiesa: “Credo che questa tematica debba anche concernere la politica. È un’indicazione di quello che vogliamo per il nostro futuro: abbiamo vissuto dei momenti difficili durante il Covid e sappiamo quanto sia importante l’approvvigionamento indigeno. Per questo motivo bisogna garantire ai produttori di latte un compenso equo ed onesto. Chiaro, siamo in un contesto commerciale ma chi si occupa della cosa pubblica può comunque dare delle indicazioni”.

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