Difficilmente in Vallemaggia, ma anche nel resto del Ticino, si dimenticherà la notte tra il 29 e il 30 giugno, quando un violento nubifragio ha letteralmente devastato la Valle, segnandola per sempre. L'alluvione ha causato almeno sette morti, distrutto abitazioni, strade e cambiato il paesaggio. Un ricordo indelebile, fissato nella mente e negli occhi di chi ha vissuto quei momenti, e che da ieri è anche custodito in un libro, intitolato "Vallemaggia devastata, voci e testimonianze di un tragico nubifragio". 344 pagine, 320 foto e 223 testimonianze che vogliono "trasmettere alle future generazioni le sei ore di devastazione che abbiamo vissuto", spiega a Ticinonews Fiorenzo Dadò, ideatore ed editore dell'opera. "È stato un esercizio interessante, perché abbiamo dovuto aprire il cuore", aggiunge.
"Collego ogni immagine a una lacrima"
Ad aprire il cuore in questo libro anche i sindaci di Lavizzara e Cevio, Gabriele Dazio e Wanda Dadò. "Ho un carattere forte, ma ripercorrere quei momenti è difficile", racconta quest'ultima. "Sono stati mesi ricchi di forti emozioni, ma anche di dolore", aggiunge Dadò. Dazio, dal canto suo, "collega ogni fotografia a un evento, a qualcosa che è successo, a una lacrima. Perché di lacrime ne sono state versate tante, e molte ne arriveranno ancora". Il libro, sottolinea il sindaco di Lavizzara, "ha un significato importante, perché permetterà di tramandare le testimonianze di quanto vissuto, di quanto successo a questa generazione".
"Un'immagine che non scorderò mai"
Tra le testimonianze raccolte da Cristina Ferrari, giornalista de LaRegione, quella della sua collega Shila Dutly Glavas. "In quei momenti abbiamo avuto un po' di panico, non si capiva bene cosa stesse succedendo", ci racconta Shila. "Sentivamo gli elicotteri, luce e acqua non funzionavano e alcune persone iniziavano a correre per le vie del paese. Poi mi padre è uscito di casa, perché lavora per il Comune di Cevio, e quando è tornato ha detto che il Ponte di Visletto era caduto. Non ho visto la morte in faccia, non ho perso una persona cara, ma l'immagine di quel ponte è diventata un simbolo dell'alluvione e non la dimenticherò mai".