
Pagare un pedaggio per attraversare in auto la galleria del San Gottardo? È l’ipotesi lanciata dal direttore dell’Ufficio federale delle strade (Ustra) Jürg Röthlisberger nel caso di un aumento di capacità del tunnel quando entrerà in funzione la seconda canna. Uno scenario, quest’ultimo, che l’esperto giudica tuttavia molto inverosimile e che dovrà giocoforza passare l’esame delle urne. Lo ha ribadito durante in un’intervista rilasciata alla NZZ, nella quale ha fatto il punto sulle strade nazionali e parlato dell’annoso problema del traffico.
Solite code e tempi di attesta sull’asse nord-sud
Secondo l’alto funzionario quest’anno “gli automobilisti sull’asse nord-sud dovranno contare sulle solite code e tempi di attesa”. In difficoltà non sono però solo le vetture. “Ogni modalità di trasporto presenta dei problemi. Ci sono anche lunghi tempi di attesa negli aeroporti e i treni sono pieni nelle ore di punta. Possiamo solo informare affinché i viaggiatori siano consapevoli di ciò a cui vanno incontro”, aggiunge. “Ma sulle strade non vi sarà il caos”, promette.
Rimanere in autostrada durante gli ingorghi
L’ingegnere con formazione al Politecnico federale di Zurigo consiglia di evitare le ore di punta e invita i conducenti a rimanere sulle autostrade anche durante gli ingorghi. “Il traffico evasivo sulle strade locali è negativo per le persone che vivono nei paesi lungo le strade nazionali”, osserva. “Chi esce dalle autostrade ostacola il trasporto pubblico e il traffico non motorizzato, aumenta il rischio di incidenti e in generale ha bisogno di più tempo. La funzione delle autostrade di convogliare il traffico viene così a cessare”. A essere maggiormente toccate da questo tipo di traffico sono l’A13 nei Grigioni e l’A2 nel Canton Uri, rileva l’esperto.
Aumentare la capacità di transito in futuro
Le colonne al San Gottardo sono particolarmente lunghe e stando alla NZZ la pressione per aumentare le capacità di transito aumenterà una volta che sarà messa in funzione la seconda canna nel 2027 (una volta risanata la galleria esistente, il traffico si svolgerà in senso unidirezionale in ambo i trafori, con una corsia riservata alle situazioni di emergenza, ndr). E stando a Röthlisberger chi vuole introdurre quattro corsie “deve prima convincere la popolazione e i cantoni”, passando da un’eventuale votazione popolare. “Si tratta di un ostacolo elevato. Così difficile che la questione non si porrà nel prossimo futuro”, ritiene il direttore. “Se le generazioni future volessero aumentare la capacità del tunnel del Gottardo, sarebbero necessarie misure di accompagnamento, se non altro per evitare di inondare le regioni di Basilea e Lucerna, già molto congestionate”, aggiunge lo specialista. “Forse un pedaggio in galleria?”, si chiede Röthlisberger, ma non fa nessuno riferimento al Ticino durante l’intervista.
Rincaro benzina non incide sull’utilizzo dell’auto
Röthlisberger constata anche che l’aumento del prezzo del carburante non ha avuto un impatto decisivo sull’utilizzo dell’auto. “La benzina rappresenta circa il 16% del costo totale di un viaggio in auto. A causa dei prezzi elevati, attualmente è forse del 16,8%. Apparentemente ciò non ha avuto alcun effetto decisivo, l’auto non viene utilizzata di meno”.
La questione dei 60 km/h in autostrada in caso di ingorghi
Il direttore dell’USTRA prende anche posizione sui 60 km/h in autostrada che tanto hanno fatto discutere negli scorsi giorni. “Oggi, spesso limitiamo la velocità a 80 chilometri orari nelle ore di punta, e non solo quando il traffico è già intasato o congestionato, ma anche come misura preventiva. Questo è ormai ampiamente accettato e anche utile. Ora vogliamo testare i limiti di questo sistema e scoprire se l’armonizzazione della velocità funziona anche a 60 o 70 chilometri orari. È solo questo che vogliamo valutare: non è che la ministra dei trasporti Simonetta Sommaruga ci ha ordinato di ridurre il traffico autostradale a 60 chilometri all’ora”.
Imposte e disparità tra chi ha un veicolo elettrico o uno a motore
Riguardo alle imposte che, nelle intenzioni del governo, dovranno in futuro pagare i conducenti di auto elettriche, per contribuire ai costi dell’infrastruttura stradale (i detentori di auto a motore termico partecipano attraverso le tasse sui carburanti), Röthlisberger ammette che fino al 2030 il conducente al volante di una Subaru in campagna rimarrà svantaggiato nei confronti di chi guida una Tesla. “Questo punto di vista non è certamente sbagliato”, riconosce. “Ma la società vuole allontanarsi dalle energie fossili”, prosegue. “Ecco perché attualmente al centro dell’attenzione figura la promozione della mobilità elettrica e non tanto la parità di trattamento. Inoltre il conducente di Tesla non è la massa. La maggior parte delle persone utilizzerà auto più piccole, che non dovrebbero costare più di 5000-20’000 franchi”, si dice convinto l’intervistato. “C’è ancora troppo poca offerta nel settore elettrico, soprattutto nel segmento delle auto d’occasione: ma questo cambierà nei prossimi anni”, conclude.
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