Tecnologie
Un robot come personal trainer per gli anziani
Redazione
6 mesi fa
Si chiama "Alpha mini" ed è solo una delle possibilità illustrate dal roadshow che in questi giorni fa tappa in diverse piazze svizzere per illustrare i prodotti pensati per agevolare la vita degli ultra sessantacinquenni.

Sensori per le cadute, posate ergonomiche, robot personal trainer. Sono solo alcune delle possibilità tecnologiche presentate ieri a Locarno nell’ambito del progetto di ricerca nazionale “Nuove tecnologie – nuovi modi di invecchiare?”, che coinvolge diverse scuole universitarie tra cui la Supsi. L’obiettivo? Affrontare l’invecchiamento demografico e le sue sfide. Le proposte vanno da “Alpha mini”, un robot da programmare per le attività più svariate, al suo "collega" “Badi”, che ha uno schermo in viso e consente di telefonare.

Gli obiettivi

"Il nostro scopo è mostrare le possibilità della tecnologia e avviare un dialogo con la popolazione per capire in che direzione dovrebbe andare”, spiega a Ticinonews Samira Hüsler dell’Istituto per la ricerca sull’invecchiamento di San Gallo, promotore del roadshow che in questi giorni fa tappa in diverse piazze svizzere. “C'è un forte interesse, soprattutto per i sensori per le cadute. Penso che dovremmo andare in questa direzione. E anche la sedia è molto apprezzata”. Una sedia per alzarsi in tutta comodità quando gli acciacchi del tempo ti mettono a tappeto. Tutti prodotti già sul mercato, ma forse poco conosciuti, pensati per affrontare una delle grandi sfide del presente: da adesso al 2050 gli ultra sessanticinquenni sono destinati ad aumentare del 25%.

Le possibilità

“Abbiamo ad esempio un sensore di caduta, che può essere appeso a una parete. Questo sensore controlla la stanza e quando la persona cade, lo percepisce e chiama direttamente i servizi di emergenza”, afferma Stefano Cereghetti del centro competenze anziani della Supsi. Vi sono poi posate ergonomiche, cucchiai per chi soffre di tremore e una foca giapponese per i malati di demenza per stimolare in loro emozioni positive. E non si può non citare un’invenzione tutta svizzera: il prodotto in questione è nato da una collaborazione con una startup di Zurigo, che aveva l’obiettivo di sviluppare un sistema per riconoscere l’apnea notturna durante il sonno. “Il tutto senza contatto”, spiega Nicola Notari, ricercatore Ost. “Si tratta di un sistema basato su un radar che misura lo spostamento della pelle durante il sonno e permette di monitorare parametri vitali come la frequenza cardiaca”. A dimostrazione della bontà della tecnologia se incanalata.

 

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