Ticino
Una frana sempre monitorata a Tresa
© Immagine DT
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Redazione
un anno fa
Le autorità hanno presentato la conclusione di un'importante opera di premunizione del fiume Tresa che rientra in un progetto Interreg per proteggere il territorio dai pericoli naturali.

È stata presentata oggi a Lavena Ponte Tresa la conclusione di un'importante opera di premunizione realizzata nell'ambito del progetto Interreg "A cavallo del Fiume Tresa: prevenzione e gestione comune delle emergenze", che ha visto la luce nel dicembre 2018. Un'opera costata complessivamente circa 4 milioni (ripartiti tra Svizzera e Italia), che permetterà di monitorare la frana di Cadegliano-Viconago, che dal 2000 minaccia la valle della Tresa e che ha anche causato chiusure prolungate della strada ANAS SS 344dir (ex Strada Provinciale 61). Una piena del fiume nel 2002 aveva inoltre eroso in modo importante il fondo del letto in località Madonna del Piano, mettendo a rischio la sicurezza del territorio e delle infrastrutture.

Gli interventi eseguiti e quelli previsti

Gli studi geologici condotti hanno confermato gli scenari di rischio a seguito di eventi franosi che coinvolgerebbero, a partire dal versante montano, la strada ANAS e il fiume Tresa, sino ai pozzi di captazione ad uso idropotabile su suolo svizzero. Le opere già eseguite concernono la rampa dinamica per stabilizzare il greto del fiume Tresa e la scogliera in sponda svizzera nella tratta interessata di competenza dell’Agenzia interregionale per il fiume Po (AIPo). Sono ancora in corso i lavori di competenza dell’Ufficio dei corsi d’acqua. Si tratta della rampa dinamica ubicata a monte di quella dell’AIPo, la relativa scogliera e i lavori per riattivare il braccio secondario nella zona golenale a valle della confluenza con il torrente Lisora nonché i lavori di compenso ambientale lungo lo stesso torrente per permettere la migrazione della fauna e in modo particolare la fauna ittica. "Con gli interventi messi oggi in opera", ha spiegato il coordinatore del Dipartimento del territorio Sandro De-Stefani, "si è provveduto, da un lato, al consolidamento dell’alveo fluviale per controllare l’erosione in corso (con la stabilizzazione del piede della frana grazie alla costruzione di due rampe dinamiche in corrispondenza della frana) e, dall’altro, all’installazione di un sistema di monitoraggio e verifica dell’efficacia delle misure implementate, nonché all’allestimento di un piano di emergenza per la gestione dei rischi gravitativi in relazione con la frana".

La valorizzazione del territorio e della biodiversità

Oltre alla principale funzione di premunizione contro i pericoli naturali, l'opera ha ricadute positive anche in termini di salvaguardia e valorizzazione del territorio e della biodiversità, ha aggiunto De-Stephani. "Con l’innalzamento della quota della falda, si miglioreranno infatti la situazione dei pozzi di captazione dell’acqua potabile delle Gerre in zona Madonna del Piano e le condizioni idrologiche nella zona golenale (tutelata a livello nazionale), favorendone la biodiversità. Gli interventi ricreeranno pure le condizioni di un alveo naturale, assicurando la continuità eco sistemica del corridoio fluviale e consentendo, con l’adeguato dimensionamento, la libera migrazione della fauna ittica".

Una frana sempre sotto osservazione

Anche la vicensindaca di Tresa Margherita Manzini ha sottolineato l'importanza dell'opera per la regione. "Oggi, sapere che la frana, con l’implementazione di questo progetto, viene monitorata e che gli interventi eseguiti riducono il rischio di crisi, ci solleva molto. Possiamo tranquillizzare i nostri cittadini che, di tanto in tanto, sollevano preoccupati il tema della frana, in particolar modo in questi tempi dove gli eventi naturali estremi sono all’ordine del giorno. Le opere preventive, oggi, sono ancora più fondamentali per evitare domani crisi di portata rilevante".