Sull’assegno di nascita e adozione, mille franchi una tantum per nuovo nato, le metafore, diciamocelo, si sprecano. Si potrebbe parlare di gestazione infinita, di bimbo mai nato eccetera, eccetera, eccetera. Lasciamo perdere: certo è che quei soldi promessi e sbandierati nel settembre del 2010, quando il Gran Consiglio con un colpo di scena e a risicatissima maggioranza aveva approvato la mozione del leghista Giorgio Salvadé, nessuno li ha mai visti.
E dire che all’epoca il can can mediatico era stato parecchio: si era parlato di un sostegno concreto ai futuri genitori, di gesto di speranza, di splendida emozione. Ma si sa, gli anni passano, le campagne elettorali anche, l’entusiasmo scema. Così piano, piano quella splendida emozione è finita nel dimenticatoio e dell’atto parlamentare approvato e mai applicato nessuno parla più.
Le tracce della mozione Salvadé, volendo essere precisi, si perdono nel 2012 quando i deputati hanno respinto le proposte del Governo sull’applicazione concreta del principio. Detta in parole povere, su chi avrebbe dovuto pagare quei 3 milioni di franchi all’anno e sul come pagarli. Tre anni fa i granconsiglieri avevano intimato al Dipartimento sanità e socialità di rifare i compiti. Da allora di acqua sotto i ponti ne è passata, di bambini qualcuno ne è nato, ma di quei mille franchi tanto sbandierati, nemmeno l’ombra.
E in tempi di vacche magre ci si potrebbe domandare in quanti a Palazzo delle Orsoline siano ancora pronti a sostenere a spada tratta quella splendida emozione. Gli anni passano , le campagne elettorali anche e l’entusiasmo inesorabilmente scema.
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