Il Consiglio di Stato ha licenziato oggi il messaggio per l’adozione di una nuova Legge sulla gestione delle acque, ciò che permetterà di recepire a livello normativo il principio della gestione integrata: ogni intervento riguardante la protezione dell’acqua, il suo utilizzo e la protezione dai pericoli che essa può generare, va coordinato e armonizzato in considerazione del territorio e del ciclo naturale.
Cosa cambia rispetto alle norme vigenti
Attualmente, spiega il Governo in una nota, le norme che disciplinano l’utilizzo e lo smaltimento delle acque, come pure la sistemazione dei corpi d’acqua, "sono distribuite in una moltitudine di Leggi adottate sull’arco di oltre mezzo secolo. Il risultante quadro giuridico, desueto e frammentato, ostacola il coordinamento delle attività legate alla gestione delle acque e rende sempre più difficile l’attuazione di un’efficace politica in materia". Con il progetto di nuova Legge – che ha tenuto conto delle osservazioni pervenute nel corso della consultazione pubblica – si intende quindi attuare un importante riordino e una semplificazione normativa.
"Dagli oltre 500 articoli previsti in otto diverse Leggi cantonali si passa a una sola Legge composta da un centinaio di articoli" scrive il Governo. "L’operazione permette inoltre di recepire e concretizzare a livello cantonale il cosiddetto principio della gestione integrata, che impone il più ampio coordinamento degli obiettivi e delle attività concernenti l’acqua, nel rispetto del territorio in cui si trova e del suo ciclo naturale". La nuova normativa consente infine di aggiornare la terminologia, correggere alcune regole di difficile applicazione e adattare gli strumenti di gestione delle acque alle attuali esigenze dei vari soggetti responsabili.
Le principali novità riassunte nei seguenti punti
- l’istituzione di un nuovo strumento cantonale denominato "Piano cantonale della gestione delle acque", volto a definire gli indirizzi e i piani d’azione della gestione delle acque in modo coordinato con le altre politiche settoriali;
- la definizione di norme che permettono di ampliare la valenza degli strumenti comunali di gestione delle acque a livello regionale o a scala di bacino idrografico;
- la fissazione di condizioni e criteri per lo sfruttamento termico delle acque e della geotermia;
- l’allineamento delle norme sul finanziamento della costruzione delle opere di smaltimento, di approvvigionamento idrico e di sistemazione e rivitalizzazione dei corsi d’acqua;
- la semplificazione del sistema di finanziamento dei costi di esercizio degli impianti di smaltimento delle acque, mediante l’abrogazione delle vigenti tasse di allacciamento e tasse d’uso e la loro sostituzione con un’unica tassa di utilizzo degli impianti;
- la ripresa a livello cantonale di norme sui deflussi minimi da rispettare in caso di prelievi per lo sfruttamento della forza idrica;
- la codificazione dei criteri di intervento per la sistemazione dei corpi d’acqua, la protezione dai pericoli e le rivitalizzazioni;
- il chiarimento dei compiti dei vari soggetti attivi nella gestione delle acque, nel rispetto dei principi di sussidiarietà e di equivalenza fiscale.
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