
Da quando è stato attuato il cessate il fuoco in Medio Oriente, le organizzazioni non governative hanno la possibilità di operare più liberamente nella Striscia di Gaza. Per avere un quadro della situazione, Ticinonews ha intervistato Rosalia Bollen, specialista in comunicazione dell'UNICEF, direttamente da Gaza.
Com'è attualmente la situazione?
"Qua a Gaza, nonostante il cessate il fuoco, la situazione rimane durissima, davvero drammatica. Ci sono tante persone, intorno alle 600 mila, che sono partite dal Sud verso il Nord, nella speranza di ritrovare la loro casa, però la maggior parte delle case sono state distrutte o danneggiate durante la guerra. Io quando mi sposto a Gaza, sia nel Sud che nel Nord, molto spesso vedo zone dove non c'è un singolo edificio che è rimasto in piedi. È proprio un paesaggio di desolazione, di distruzione. Si ha l'impressione che ci sia appena stato un terremoto importante, perché è un paesaggio di macerie, di rifiuti, di sabbia. Non c'è più nulla. Quindi queste famiglie che sono tornate a casa loro, provano a ricostruire la loro casa, però in mezzo alle macerie, in mezzo ai rifiuti. Qua a Gaza adesso è anche inverno, molto spesso noi pensiamo che nel Medio Oriente sia sempre caldo, ma in realtà fa molto freddo. Secondo UNICEF, il cessate il fuoco non è però sufficiente ad alleviare da solo le sofferenze dei bambini".
Che altro serve?
"Ovviamente con il cessate il fuoco, l'accesso umanitario è migliorato, senza dubbio. Il cessate il fuoco ha permesso a UNICEF di portare tante cose a Gaza, vestiti peri bambini, integratori alimentari, medicine, tantissime cose. Però alle famiglie manca tutto, i bisogni sono talmente importanti che questo aiuto umanitario non basta. In genere l'aiuto umanitario non è inteso per il medio o lungo termine, non è sostenibile. È importante, per prima cosa, che il cessate il fuoco duri, ma per secondo, che anche il settore privato possa operare. Da nessuna parte nel mondo troveremmo una società o un paese che funziona unicamente con un aiuto umanitario".